Nel mese di febbraio verranno collocati nuovi BPT (Buoni del Tesoro Poliennali) e BOT (Buoni Ordinari del Tesoro). La straordinaria novità è che le aste coinvolgeranno non solo gli investitori istituzionali ma anche i piccoli risparmiatori, grazie all’emissione del tanto bramato BTP Più, che ha suscitato un incredibile entusiasmo tra gli operatori.
Emissione BOT febbraio 2025: grande attesa per i titoli con scadenza semestrale e annuale
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Sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze è possibile consultare il calendario dettagliato delle aste dei titoli di Stato fissate per il mese di febbraio 2025. Come sempre, le procedure per partecipare cambiano in base alla tipologia del titolo che si intende acquistare.
Nel mese di febbraio si terranno, innanzitutto, le aste dei Buoni Ordinari del Tesoro. In particolare, il 12 febbraio è prevista l’emissione dei BOT con scadenza a 12 mesi, mentre il 26 febbraio quella dei BOT con scadenza a 6 mesi.
Si tratta di Titoli di Stato italiani con scadenza a breve termine, senza cedola (cd. titoli zero-coupon), ma con rendimento derivante dallo scarto di emissione, cioè dalla differenza tra il prezzo di emissione e il valore nominale di rimborso.
Di norma, le aste dei BOT semestrali e annuali si svolgono una volta al mese, ma il Ministero dell’Economia può organizzare emissioni aggiuntive di Buoni Ordinari del Tesoro a 3 mesi.
Aste BTP a medio- lungo termine: due date da segnare in calendario
Le aste dei titoli di Stato a medio- lungo termine si terranno il 13 febbraio e il 27 febbraio 2025. Per il 13 febbraio è stata programmata l’emissione dei BTP con scadenza a 3 e 7 anni e di quelli con scadenza superiore a 10 anni (soprattutto a 15 o 30 anni), in base alle domande del mercato. Il giorno 27 febbraio 2025, invece, si terrà l’asta dei BTP con scadenza a 5 e 10 anni.
I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli a medio-lungo termine con cedola fissa pagata ogni 6 mesi e scadenze comprese tra 3 e 50 anni. I guadagni degli investitori derivano dal flusso cedolare (ossia le cedole fisse semestrali) e dalla differenza tra il prezzo di sottoscrizione (per gli acquisti in asta) o di acquisto (per le operazioni sul mercato secondario) e il valore nominale rimborsato a scadenza.
BTP Più: il titolo più atteso a febbraio 2025
La curiosità degli investitori è concentrata principalmente sul nuovo BTP Più, con scadenza a 8 anni, destinato ai piccoli risparmiatori. Per coloro che decideranno di acquistarlo durante la settimana dell’emissione, è prevista anche la possibilità di rimborso anticipato, con riconoscimento integrale, dopo quattro anni, del capitale investito. In questo modo, i risparmiatori avranno la facoltà di recuperare l’intera cifra originaria o la quota parte da svincolare, sempre per lotti minimi di 1.000 euro.
In ogni caso, il capitale è garantito alla scadenza degli 8 anni, per coloro che non richiederanno il rimborso anticipato. Il BTP Più offre cedole fisse, con cadenza trimestrale, pagate in base al meccanismo “step up“, in due fasi di quattro anni ognuna e con un tasso cedolare più alto nella seconda fase.
I tassi minimi garantiti e il codice ISIN identificativo del titolo verranno resi noti il giorno venerdì 14 febbraio. La collocazione del BTP Più, invece, avverrà dal 17 al 21 febbraio 2025.
Unica data per l’emissione di BTP Short Term e BTP€i
Il 25 febbraio 2025 ci sarà, infine, l’emissione di BTP Short Term e BTP€i (BTP indicizzati all’inflazione della zona euro). I primi sono titoli a breve termine con scadenza compresa tra 18 e 36 mesi, lanciati nel 2021. Hanno la stessa struttura dei normali BTP, ma scadenza inferiore. Il rendimento per gli investitori è dato dalle cedole fisse a cadenza semestrale e dall’eventuale differenza tra il prezzo di emissione e il valore di rimborso. Si tratta di titoli che riscuotono sempre un enorme successo, con una domanda spesso superiore all’offerta.
I BTP€i, invece, sono stati introdotti per garantire ai risparmiatori una tutela contro l’aumento dei prezzi e vengono collocati una volta al mese. La peculiarità di tali titoli consiste nella circostanza che il capitale pagato alla scadenza e le cedole semestrali vengono rivalutati in base all’inflazione registrata nell’Eurozona, rilevata dall’EUROSTAT tramite l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC).