Chissà a quanti di noi sarà capitato di aprire un armadio o un cassetto e di ritrovarci delle vecchie lire abbandonate e dimenticate.
Ormai sono passati 20 anni da quel lontano 1° marzo 2002, quando la vecchia moneta perse definitivamente corso legale. Eppure, succede molto spesso di ritrovarsele ancora per casa, perché magari sono appartenute ai nostri genitori o ai nostri nonni.
Molti di noi, infatti, custodiscono ancora negli angoli più nascosti della propria casa le monete del vecchio conio, spesso senza neanche saperlo. Un giorno, poi, capita, per caso, di ritrovarsi davanti a queste monete e di non sapere cosa farsene. Eppure, dovremmo controllarle con molta attenzione perché, in mezzo a monete di poco pregio, potrebbero essercene alcune di valore davvero enorme.
Ma quindi è ancora possibile guadagnare denaro da queste vecchie monete?
La risposta non è così scontata.
Ci sono diverse strade che si possono intraprendere quando capita di ritrovarsi in mano delle monete ormai inutilizzate. Alcune, bisogna ammetterlo, sono anche molto remunerative: basti pensare che esistono monete che possono essere rivendute anche per centinaia di migliaia di euro.
In questo modo, potremmo guadagnare denaro da oggetti che ormai non utilizzavamo più. Assurdo, infatti, come possiamo riutilizzare le vecchie lire, rivendendole per il valore che hanno acquisito con il passare degli anni.
Tra le tante monetine che potrebbero capitarci tra le mani, molte di queste saranno comuni, quindi non avranno nessun valore commerciale. In mezzo a queste, però, potrebbero nascondersi dei veri e propri tesori preziosi. E, se le abbiamo conservate con cura, potremmo iniziare a sperarci davvero.
Assurdo come possiamo riutilizzare le vecchie lire che abbiamo nei cassetti per guadagnare altro denaro
Indice dei contenuti
Le caratteristiche principali da considerare sono lo stato di conservazione, eventuali errori di conio, materiale e periodo storico della moneta stessa.
In generale, le monete che valgono di più sono quelle rare e quelle in “Fdc”, in “fior di conio”. Queste monete non sono mai circolate, quindi non presentano segni d’usura. Eventuali difetti causati dalla circolazione, infatti, ne abbasserebbero nettamente il valore.
Se non siamo degli esperti, però, sarà meglio affidarsi a dei professionisti di numismatica per ricevere una valutazione specifica del pezzo.
Se, invece, preferissimo studiare il caso personalmente, potremmo anche rivenderle direttamente ad un collezionista. Quest’opzione, però, può essere vantaggiosa e, allo stesso tempo, svantaggiosa.
Essendo una vendita diretta, non dovremo pagare le spese dell’intermediario e quindi tutto ciò che guadagneremmo dalla vendita sarebbe nostro. D’altro canto, però, dovremmo fare molta attenzione alle truffe che, anche in questo campo, sono molto frequenti.
L’ultima strada, quella meno redditizia ma più sentimentale
L’ultima strada possibile, ma non per importanza, è quella del collezionismo.
La scelta di conservare queste monete può essere legata ai ricordi che trasmettono, perché magari sono appartenute ai nostri cari. Potremmo volerle conservare anche perché, queste monete, sono indubbiamente molto belle ed eleganti.
In altri casi, invece, si potrebbe subire il fascino della Storia, avendo quindi il desiderio di possederne delle testimonianze concrete. La nostra collezione, in questo caso, non ci porterebbe grandi guadagni, ma un valore puramente affettivo, estetico o storico.