Nella maggior parte dei casi le prestazioni economiche cui si ha diritto implicano una richiesta specifica da parte del beneficiario. Il riconoscimento di alcune spettanze avviene soltanto su domanda e non di ufficio e in modo automatico.
Per ottenere l’accredito delle somme di denaro spettanti occorre pertanto formulare una domanda apposita e allegare i documenti richiesti. Ciò torna utile soprattutto quando talvolta l’INPS paga anche altri assegni mensili alle vedove. I contribuenti che si informano sulle ultime disposizioni previdenziali potrebbero quindi assicurarsi il pagamento di mensilità aggiuntive. Occorre tuttavia rispettare le scadenze previste per evitare di perdere importanti integrazioni al rateo mensile. Si tenga conto inoltre che si rischiano tagli sulle pensioni di reversibilità se non si inviano alcuni dati per tempo.
I titolari di pensione ricevono infatti assegni di importo inferiore se si verificano importanti variazioni di reddito. Le decurtazioni sui ratei avvengono anche quando i figli crescono e non risultano più fiscalmente a carico del genitore. Inoltre possono intervenire altri eventi che determinano addirittura la perdita del diritto al trattamento ai superstiti. Fra questi non rientra tuttavia la rinuncia all’eredità. Alla morte del pensionato infatti il coniuge superstite ha la libertà di rifiutare la titolarità dei beni del defunto. Ciò nonostante l’Ente previdenziale garantisce comunque l’erogazione dell’assegno pensionistico al vedovo o alla vedova.
Assegni arretrati di reversibilità alle vedove che forniscono questa documentazione all’INPS entro i termini di prescrizione
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Al contrario, il percettore di pensione non riceve più i ratei previdenziali se convola a nuove nozze. La stipula di un contratto matrimoniale infatti causa la decadenza del diritto alla pensione di reversibilità e di quella indiretta. In tal caso si matura il diritto alla doppia annualità che corrisponde ad un’indennità una tantum. La sospensione del diritto alla pensione è accompagnato infatti dall’erogazione di 26 mensilità che rappresentano una sorta di buonuscita.
Tale indennità spetta anche al coniuge divorziato secondo quanto l’INPS chiarisce nella circolare 132/2001 purché risulti titolare di assegno divorzile. Se però si verifica l’annullamento del secondo matrimonio il coniuge superstite ha diritto a percepire nuovamente la pensione di reversibilità.
Ciò in caso di dichiarazione di nullità del contratto matrimoniale è come se lo stesso non fosse mai avvenuto. È possibile quindi richiedere il ripristino della prestazione previdenziale inviando un attestato che certifichi l’annullamento delle seconde nozze. In tal modo l’INPS paga assegni arretrati di reversibilità alle vedove con documentazione specifica relativa al proprio stato civile. Tale richiesta da presentare entri i termini di prescrizione assicura l’erogazione degli assegni a partire dalla data della revoca del secondo matrimonio. Contestualmente al ripristino del trattamento ai superstiti l’INPS provvederà anche al recupero dell’eventuale doppia annualità già erogata.
Approfondimento
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