Arrivano lettere dall’Agenzia delle Entrate per le cartelle esattoriali, ecco cosa fare adesso dopo la rottamazione 

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Nemmeno il tempo di terminare l’operazione rottamazione delle cartelle (scaduta il 30 giugno scorso, n.d.r.), che l’Agenzia delle Entrate Riscossione inizia ad inviare le lettere con cui chiede i soldi ai contribuenti indebitati. Nulla a che vedere con la definizione agevolata delle cartelle, perché dopo la proroga che ha spostato dal 30 aprile al 30 giugno la scadenza, adesso il concessionario alla riscossione avrà tempo fino ad ottobre per rispondere ai contribuenti. Arrivano lettere dall’Agenzia delle Entrate, vediamo di cosa si tratta.

Le lettere che arrivano adesso, con allegate le cartelle esattoriali di pagamento, hanno un altro oggetto. Che però potrebbe causare confusione verso quei contribuenti che hanno provveduto a presentare la domanda di rottamazione.

Arrivano lettere dall’Agenzia delle Entrate per le cartelle esattoriali, ecco cosa fare adesso dopo la rottamazione

I termini della rottamazione quater sono scaduti e per i contribuenti interessati adesso è solo il caso di attendere. Nella rottamazione sono rientrati tutti i debiti dei contribuenti, non cancellati automaticamente perché di importo superiore a 1.000 euro per partita, e diventati cartelle solo dopo il 2015. Ma fuori anche i debiti non rientranti tra quelli affidati all’agente della riscossione nel periodo tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022.

Per esempio, un debito che è passato all’incasso del concessionario alla riscossione dopo il 30 giugno 2022, anche se riferito ad un debito pregresso, non poteva rientrare nella rottamazione delle cartelle. Significa che adesso l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha il diritto di mandare a casa dei contribuenti, anche di quelli che hanno prodotto la domanda di rottamazione, le nuove cartelle. E così sta facendo effettivamente il concessionario alla riscossione che dal 2017 ha sostituito Equitalia.

Date, natura del debito, notifiche e affidamento al concessionario, ecco cosa controllare prima di pagare

Le Entrate stanno inviando molte lettere con cartelle ai contribuenti. Ma nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di missive relative a balzelli al di fuori della rottamazione. Quindi, molte lettere fanno riferimento a debiti affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione tra la seconda metà del 2022 e i primi mesi del 2023. In questo caso alternative per il contribuente non ce ne sono e soprattutto, nulla può essere fatto in collegamento con la rottamazione. Perché o si paga subito la cartella, oppure si chiede una rateizzazione ordinaria all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Controllare la natura del debito, nonché la data di emissione della cartella e il conseguente affidamento al concessionario, è fondamentale per verificare se il debito è dovuto o meno. I dati rilevanti da controllare sono il numero della cartella, l’ente creditore, e la data sia di maturazione di questo debito, che di notifica della cartella. Se la notifica è antecedente il 30 giugno 2022 (cosa assai difficile però), evidentemente c’è stato un errore da parte del concessionario che non ha inserito il debito tra quelli rottamabili nell’estratto di ruolo del contribuente.

A meno che la cartella non faccia riferimento a debiti che per natura hanno l’IVA per importazioni o aiuti di Stato indebitamente percepiti. Altro caso di cartella perfettamente valida anche se antecedente il 30 giugno 2022 è quella delle sanzioni pecuniarie successive a condanne penali. Queste tre fattispecie di debiti prima citate infatti, non rientravano tra quelli che era possibile sanare con la rottamazione quater.

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