Arrivano 43 milioni di euro dalla Regione per questi proprietari di edifici rustici, ville e casoni e la domanda va fatta subito

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Gli ambiti di intervento diretti e indiretti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sono davvero tanti. In uno di essi ritroviamo i fondi previsti per il recupero e la valorizzazione dell’edilizia agricola e rurale.

In questa sede il nostro riferimento è al bando della Regione Veneto, da poco pubblicato e che adesso illustreremo. Anticipiamo solo che arrivano 43 milioni di euro dalla Regione per questi proprietari di immobili.

Il bando architettura rurale stanzia 43 milioni di euro

Con la DGR dell’8 aprile, la Regione Veneto ha dato il via definitivo agli aiuti per recuperare, restaurare e valorizzare gli immobili agricoli-rurali. La misura rientra in una delle Missioni previste in pancia al PNRR. Nel dettaglio si tratta di un bando che mira a impiegare i fondi per l’attuazione dell’Investimento 2.2 del PNRR.

Il plafond disponibile è di 43 milioni di euro e secondo le stime saranno sufficienti per coprire almeno le esigenze finanziarie di 290 interventi di recupero.

Nel perimetro degli interventi ammissibili troviamo le opere di recupero di fabbricati, manufatti storici, insediamenti agricoli. Ovviamente sono compresi anche i famosi casoni, gli edifici agricoli a pianta rettangolare e tetto a spioventi ricoperto di paglia. Queste abitazioni sono diffuse soprattutto nell’agro della padovana e nell’area lagunare, specie nel tratto compreso da grado a Comacchio.

Infine, oltre al recupero edilizio va ricordato il valore agricolo ed economico degli eventuali terreni annessi. Abbiamo visto, infatti, che in alcuni casi i valori fondiari per ettaro sfiorano anche i 100mila euro.

Arrivano 43 milioni di euro dalla Regione per questi proprietari di edifici rustici, ville e casoni e la domanda va fatta subito

Il bando prevede il rispetto di alcuni paletti per poter accedere alle risorse. Infatti vengono individuate le tipologie di architettura rurale nelle quali deve ricadere l’immobile per cui si chiede l’aiuto pubblico:

  • deve sussistere la dichiarazione di interesse culturale con apposito D.M., ai sensi di quanto dispone il D.Lgs. 42/2004;
  • in alternativa deve trattarsi di un edificio avente almeno 70 anni di vita. Ancora, deve risultare già censito e presente nelle banche dati regionali e comunali di pianificazione territoriale e urbanistica. Oppure di edifici soggetti a vincolo culturale.

Il bando è aperto anche ai lavori di recupero su beni del patrimonio rurale pubblico e nelle disponibilità di privati e/o del terzo settore. In tal caso occorre un titolo di godimento di durata almeno quinquennale e successivi alla conclusione dell’operazione finanziata. Per lo stesso periodo, infine, deve sussistere il medesimo vincolo di destinazione.

Termini e modalità di inoltro delle istanze

Per imprese e cittadini, enti ecclesiastici e del terzo settore, fondazioni, organizzazioni culturali e non, è tempo di presentare le domande. I termini di inoltro delle istanze vanno dalle ore 12.00 di domani, 21 aprile, fino alle ore 16.59 del 20 maggio. Sempre in tema di scadenze ricordiamo che entro il 24 maggio i commercianti al dettaglio potranno chiedere alcuni contributi a fondo perduto.

Le domande vanno inviate online tramite l’apposito applicativo predisposto da Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre ogni richiedente deve essere in possesso di PEC, ossia posta elettronica certificata.

Quanto all’importo massimo del contributo riconosciuto, il tetto è fissato a 150mila euro. Le pratiche da ammettere a contributo seguiranno la procedura a sportello. Pertanto l’ordine di invio della pratica può fare la differenza tra l’accesso e l’esclusione agli aiuti, sempre fermo restando l’esito positivo dell’istruttoria.

In chiusura invitiamo il Lettore interessato al bando a prendere visione integrale del testo per tutti i dettagli del caso.

Approfondimento

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