Ormai l’allarme dei sindacati è scattato e molti parlano di ritorno alla legge Fornero. Perché si parla di un ritorno ad una legge che mai era scomparsa? Per quanto concerne la materia previdenziale, il 2024 rischia di aprirsi senza grandi novità e senza quella tanto attesa riforma delle pensioni che il Governo sembra ormai aver spostato al 2026. Senza grandi interventi pensionistici da parte dei legislatori, appare certo il pieno ritorno a quel regime previdenziale nato con il Governo Monti del 2011 e con l’allora Ministra del Lavoro Elsa Fornero. Arriva la stangata sulla pensione dal 2024! Attenzione!
Soprattutto se anche le tre misure che scadono il 31 dicembre 2023 non verranno prorogate. Parliamo di Quota 103, Opzione donna e dell’APE sociale. Il rischio è che sui lavoratori si materializzi lo spettro dello scalone.
Arriva la stangata sulla pensione dal 2024, ecco chi la perderà per diversi anni
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Quando nel 2012 entrò in scena per la prima volta la riforma delle pensioni di Elsa Fornero, il primo effetto drammatico fu la nascita dei cosiddetti esodati. Si trattava nello specifico di soggetti che avevano già programmato la pensione e lasciato il lavoro. Questi, a causa degli inasprimenti voluti dalla riforma, si ritrovarono improvvisamente senza lavoro e senza pensione. Infatti, furono necessari diversi interventi di salvaguardia negli anni successivi.
Nel 2024 si potrebbe materializzare uno scenario simile, anche se non grave come allora. Basti pensare che senza un prolungamento dell’esperienza di Quota 103 chi è nato nel 1962 rischia di perdere circa 2 anni di pensione rispetto a chi è nato nel 1961. Infatti, con la Quota 103 si può uscire dal lavoro a 62 anni di età con 41 anni di contributi. Chi completerà i 41 anni nel 2024 e anche i 62 anni di età, se la Quota 103 verrà cessata, dovrà lavorare ancora due anni e fino ai 42,10 anni di contributi previsti dalla pensione anticipata ordinaria. Inoltre, se ha perso il lavoro, dovrà trovarne un altro o aspettare il 2029 per i 67 anni di età della pensione di vecchiaia.
Opzione donna e APE sociale, ecco cosa accadrebbe senza la loro proroga
Discorso simile, anche se circoscritto ad alcune categorie di lavoratori, si può fare per l’APE sociale e per l’Opzione donna. Infatti con l’APE oggi possono lasciare il lavoro in nati nel 1960. La misura consente di uscire con 63 anni di età e una carriera di 30 anni (per invalidi, caregivers e disoccupati). 32 anni (per edili e ceramisti) o 36 anni (per le altre attività gravose). Chi è nato nel 1961, compiendo i 63 anni di età nel 2024, rischia di non avere la stessa possibilità avuta dai già citati nati nel 1960. Quindi, dovranno aspettare i 67 anni di età delle pensioni di vecchiaia nel 2028.
Nulla da fare, inoltre, senza conferma di Opzione donna per quelle che compiono 60 anni di età nel 2023 e hanno già completato i 35 anni di contributi, perché la combinazione età+contributi va completata l’anno antecedente a quello del pensionamento. In questo caso il rischio è di perdere ben 7 anni di pensione, dal momento che Opzione donna comincia dal compimento dei 60 anni (58 o 59 a seconda delle categorie e dei figli avuti).