Le detrazioni e le deduzioni sulle imposte di cui si avvalgono milioni di contribuenti rappresentano una panacea per non pagare tasse in esubero. A seguito della presentazione della dichiarazione dei redditi, ogni anno il contribuente può ritrovarsi in posizione di debito o di credito nei riguardi del Fisco. Laddove si verifichi la seconda circostanza, è naturale attendersi un credito per recuperare l’imposta pagata più del dovuto effettivo. Tuttavia, un recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ha fatto luce su alcuni aspetti che possono dare uno stop a questa procedura di rimborso. Arriva la mazzata dell’Agenzia delle Entrate sui rimborsi IRPEF che fa scattare severi controlli fiscali sui soldi a credito.
Che cos’è il rimborso IRPEF e chi ha diritto a riceverlo
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La più parte dei contribuenti ogni anno ha l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. I lavoratori dipendenti di solito compilano il modello 730, mentre i titolari di partita IVA il modello Redditi PF. Questo adempimento è molto importante e il mancato invio può determinare il pagamento di sanzioni a volte davvero onerose. Lo abbiamo illustrato nell’articolo “Scattano pesantissime multe dall’Agenzia delle Entrate a chi non presenta questo importante documento fiscale entro i termini”.
A seguito dell’elaborazione dei dati, il Fisco stabilisce se il contribuente deve versare ulteriori imposte oppure se ha maturato un credito. In quest’ultima caso si riceve la quota di rimborso nella busta paga, oppure sull’assegno di pensione o su conto corrente. Tale procedura subisce una battuta d’arresto laddove tuttavia siano presenti delle incongruenze. Questo è quanto ha recentemente precisato l’Agenzia delle Entrate nel provvedimento con protocollo n. 125708/2021.
Arriva la mazzata dell’Agenzia delle Entrate sui rimborsi IRPEF che fa scattare severi controlli fiscali sui soldi a credito
In primo luogo dobbiamo dire che generalmente i controlli sulla dichiarazione precompilata avvengono in seguito alle modifiche del contribuente. Questo significa che chi accetta il modello con i dati che il Fisco mette a disposizione, il rischio verifiche è nettamente inferiore. Alle verifiche possono infatti risaltare delle cosiddette incoerenze che congelano i rimborsi.
Nella generalità dei casi, le principali incoerenze sono: delle significative correzioni dei dati da parte del contribuente; delle modifiche sostanziali ai dati sul reddito; oppure delle forti discrepanze sugli importi dei dati registrati e dichiarati. Laddove le incoerenze siano accertabili, L’agenzia delle Entrate potrebbe bloccare il rilascio del credito.
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