L’INPS il 15 ottobre ha pubblicato un comunicato in riferimento all’anticipo TFS per pensionati del settore pubblico. Giunge alla fine l’iter burocratico di questa misura, prevista per bilanciare il divario del trattamento di fine servizio, o rapporto, tra dipendenti pubblici e privati.
L’anticipo TFS per pensionati è stato inserito nel decreto legge n. 4/2019 e consiste un finanziamento agevolato a carico dello Stato. La somma massima concessa è di 45mila euro corrisposta al momento del pensionamento.
I dipendenti pubblici percepiscono il TFS a rate
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I dipendenti pubblici percepiscono il TFS o TFR in tre rate:
a) la prima rata se il valore non supera 50mila euro;
b) la seconda rata quando il valore supera i 50mila euro e inferiore ai 100mila euro;
c) la terza e ultima rata quando il valore supera i 100mila euro.
Inoltre, ricevono questi importi dai 12 ai 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, più 90 giorni per il disbrigo della pratica da parte dell’INPS.
Per ovviare a questo, il governo ha emanato nel decreto legge n. 4/2019 l’anticipo TFS per i pensionati.
Come chiedere l’anticipo TFS per pensionati?
Per fruire dell’anticipo TFS bisogna fare domanda all’INPS o altro ente erogatore.
L’Agenzia delle Entrate, entro novanta giorni, dovrà rilasciare la certificazione agli aventi diritto, con l’indicazione dell’importo spettante.
Dopo il rilascio della certificazione, il pensionato dovrà presentare la domanda di anticipo alle banche aderenti all’accordo quadro.
Elenco banche aderenti
Attualmente le banche aderenti sono:
a) Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani e del Tuscolo di Rocca Priora;
b) Banca di Lucca e del Tirreno S.p.A. di Lucca;
c) Banca di Imola S.p.A. di Imola;
d) La Cassa di Ravenna S.p.A. di Ravenna.
L’elenco è disponibile sul portale lavoropubblico con tutti i recapiti per contattare gli istituti di credito.
Infine, l’anticipo TFS per pensionati è un finanziamento a tutti gli effetti, e il beneficiario dovrà pagare gli interessi che saranno sottratti dalla somma erogata dalla banca.
Il tasso di interesse, secondo l’art. 23 del decreto n.4/2019, è calcolato in base all’ultimo Rendistato mensile di Banca d’Italia, con una maggiorazione del 30%.