Tra le malattie neurodegenerative la più conosciuta è sicuramente il morbo di Parkinson, una patologia cronica, lentamente progressiva che coinvolge diverse funzioni motorie e cognitive. Questa malattia si presenta quando la produzione di dopamina nel cervello cala in maniera consistente a causa della degenerazione dei neuroni nell’area chiamata sostanza nera. Secondo alcuni studi sembrerebbe che il periodo di tempo intercorrente tra l’inizio della degenerazione dei neuroni e l’esordio dei sintomi sia di circa 5 anni.
Nonostante le cause di questa terribile malattia non siano ancora totalmente conosciute, sembra che possano incidere fattori genetici o l’esposizione a sostanze tossiche come pesticidi. Tuttavia non esistono ad oggi sostanze in grado di prevenire la malattia, ma solo trattamenti farmacologici e la gestione multidisciplinare possono dare sollievo ai sintomi. Col progredire della malattia i sintomi incidono negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre e in alcuni casi possono portare anche un’invalidità totale. Nei casi più gravi l’INPS oltre all’invalidità al 100% riconosce anche altri diritti e agevolazioni, come l’indennità d’accompagnamento.
Ansia e depressione potrebbero essere i campanelli d’allarme del Parkinson
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Nonostante le cause non siano del tutto note, piccoli segnali emergono già molto tempo prima della concreta comparsa della malattia. Infatti, il Parkinson si presenta con sintomi che vengono quasi sempre sottovalutati o addirittura ignorati. Quando si manifestano i sintomi principali, come la rigidità e il tremore, è già degenerata gran parte dei neuroni, circa il 40/50%, che produce dopamina. Ovvero il neurotrasmettitore che controlla i movimenti del corpo.
Pertanto conoscere i primissimi campanelli d’allarme potrebbe essere fondamentale per partire con una terapia farmacologica precoce in grado di conservare la maggior parte dei neuroni. Secondo importanti studi, ansia e depressione potrebbero essere i campanelli d’allarme del morbo di Parkinson, così come attacchi di panico e disturbi del sonno. Questi potrebbero essere sintomi delle malattie neurodegenerative che precedono quelli motori.
Ecco i campanelli d’allarme da non sottovalutare
Tra i sintomi da non sottovalutare sono da annoverare il disturbo del sonno, scrittura lenta e faticosa, problemi intestinali, difficoltà nel pronunciare le parole. Nonché i cambiamenti d’umore e personalità. Per quanto riguarda i disturbi del sonno, il cosiddetto REM Behavior Disorder, questo comporta movimenti bruschi, di difesa e aggressione, grida o sonniloquio. Sembra che questi sintomi possano presentarsi fino a 10 anni prima dall’insorgenza della malattia.
Per quanto riguarda i cambiamenti d’umore e personalità, come ansia e depressione, questi potrebbero essere sintomi precoci in persone che non ne avevano mai sofferto. Questi possono manifestarsi in qualsiasi momento, anche molto prima dei sintomi motori. In presenza di tali sintomi, è fondamentale avvisare il proprio medico per tutti gli approfondimenti del caso e cominciare così un trattamento terapeutico.
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