L’impegno del nuovo esecutivo sul piano previdenziale sembra essere abbastanza imponente. Flessibilità in uscita, aumento delle pensioni minime e di quelle di invalidità, ma anche interventi mirati per favorire il ricambio generazionale. Questo quanto promesso in campagna elettorale desumibile dai programmi presentati dai partiti. Ma nella realtà quali sono le misure che realmente si adotteranno tenendo un occhio sempre puntato sul bilancio dello Stato? Annunciata proroga Opzione donna per il 2023, ma questo cosa comporta per le lavoratrici? Chi potrà accedere alla misura?
Contenere la spesa pensionistica
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Per avere coperture che permettano di garantire il pensionamento anticipato, ci sono degli interventi che sono stati annunciati. Come ad esempio prevedere un ricalcolo delle cosiddette pensioni d’oro che hanno un importo al di sopra di una certa soglia. Pensioni che, chiaramente, non corrispondo a contributi realmente versati. In questo modo, dal lato previdenziale, si recupererebbero coperture per finanziare altre misure, come ad esempio la Quota 41 per tutti.
Nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, infatti, sono previste diverse misure che avranno bisogno di un finanziamento. Come l’eventuale proroga del regime sperimentale Opzione donna anche nel 2023.
Il tempo stringe e si va verso le proroghe
La Legge di Bilancio di fine anno lascia davvero poco tempo al nuovo esecutivo di intervenire anche in ambito previdenziale. E proprio per questo l’ipotesi più accreditata di intervento è legata al rinnovo di determinate misure. Ed in tal senso anche la Quota 102 potrebbe essere prolungata per un altro anno. E si potrebbe prevedere una nuova proroga anche delle storiche Opzione donna e APE sociale.
Questo darebbe maggior tempo alla nuova maggioranza di pensare e programmare una riforma pensioni più mirata. In modo da poter inserire le giuste misure per l’ausilio delle fasce più deboli dei lavoratori.
Annunciata proroga Opzione donna per il 2023, con quali requisiti?
Se dovesse esserci una nuova proroga dell’Opzione donna anche nel 2023 a chi permetterebbe l’accesso alla quiescenza? Viste le precedenti proroghe, potrebbero cogliere il pensionamento nel 2023 le lavoratrici dipendenti che hanno compiuto i 58 anni maturando contestualmente 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022. Allo stesso modo alle lavoratrici autonome servirebbero 59 anni di età.
Ricalcando, quindi, i passati rinnovi della misura, i requisiti di accesso non dovrebbero cambiare. Età e contributi resterebbero invariati, ma cambierebbe solo la data entro la quale raggiungerli, spostandola avanti di un anno. E coinvolgendo nella possibilità di pensionamento:
- le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1964;
- le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1963.
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