Andrà in pensione a 62 anni nel 2022 chi presenta questa domanda all’INPS 

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In pensione a 62 anni può essere realtà se si utilizzano alcuni strumenti messi a disposizione dall’INPS. Infatti nonostante la pensione a 62 anni, collegata esclusivamente alla Quota 100 valida fino al 31 dicembre scorso, è sparita, qualcosa può essere fatto. Occorre capire bene la materia previdenziale o farsi assistere da esperti del settore come lo sono i patronati. Perché le possibilità sono tante e non bisogna soffermarsi solo sui due pilastri del sistema che restano le pensioni anticipate ordinarie e le pensioni di vecchiaia classiche. Chi per un pelo ha sfiorato i 38 anni di contributi e si trova ad aver compiuto già i 62 anni prima del nuovo anno 2022, ha almeno tre vie per rientrare nei benefici della Quota 100.

Il riscatto dei contributi può essere davvero una soluzione fattibile

Una delle possibilità date dalla normativa vigente per poter uscire a 62 anni anche nel 2022 è data dal riscatto. Perciò andrà in pensione a 62 nel 2022 chi ha compiuto i 62 anni entro il 31 dicembre 2021 e riesce a utilizzare il riscatto a ritroso, per arrivare alla fatidica soglia dei 38 anni di contributi. Per esempio c’è il riscatto della laurea. Il riscatto del corso di laurea consente di valorizzare ai fini pensionistici il periodo dedicato allo studio.

Naturalmente possono utilizzarlo quanti, poi, si sono effettivamente laureati. Il riscatto del periodo di studio non è previsto per gli anni fuori corso. Inoltre si può riscattare anche una sola parte di questo periodo, cioè quanto basta per raggiungere i 38 anni di contributi. Il riscatto è a pagamento, perché occorre versare un corrispettivo direttamente all’INPS. Il calcolo dell’onere varia in base all’anno di studio da riscattare e se questo ricade nel sistema retributivo o contributivo.

Andrà in pensione a 62 anni nel 2022 chi presenta questa domanda all’INPS

Ma non c’è solo il riscatto della laurea. Infatti per gli iscritti alla CTPS, cioè per i lavoratori pubblici, esistono oltre al riscatto dei periodi di studio universitario, anche quelli relativi a:

  • periodi di aspettativa per motivi di famiglia;
  • periodi di aspettativa per motivi di studio;
  • interruzioni del lavoro per disciplinari;
  • periodi non coperti da alcuna contribuzione se intercorrenti tra un periodo di lavoro e l’altro;
  • periodi di assenza lavoro  per i part-time di tipo verticale, orizzontale o ciclico senza copertura da contributi;
  • congedo parentale al di fuori del rapporto di lavoro;
  • periodi di lavoro all’estero in Paesi al di fuori del contesto UE;
  • servizio civile volontario senza contribuzione;
  • periodo di studio per il conseguimento del diploma accademico di Belle Arti;
  • periodo di assenza contributiva durante lo svolgimento dell’attività di assegnatario di borsa di studio.

Approfondimento

A questi pensionati per questo motivo non verrà più data la tredicesima, gli assegni familiari e le maggiorazioni

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