Andare in pensione è più facile per i disoccupati grazie a queste due misure e ad alcuni vantaggi che la NASPI offre a chi ha perso il lavoro

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La pensione per chi ha perso il lavoro e si trova in una età piuttosto avanzata è senza dubbio un’opzione. Ma è assai difficile da centrare visto che il sistema si basa ancora sui rigidi vincoli imposti dalla Riforma Fornero. Perdere il lavoro ad una certa età, con le difficoltà nel trovarne uno nuovo, può assumere i connotati di una autentica tragedia. Senza lavoro e senza pensione significa senza reddito. Ma il sistema previdenziale prevede tutele ed ammortizzatori sociali, come la NASPI. L’indennità di disoccupazione però non è illimitata o eterna. Si può percepire solo per un determinato numero di mesi. Per molti significa solo posticipare il problema di tanti mesi quanti sono quelli di NASPI assegnati. Ma a volte la disoccupazione può essere un valido aiuto anche ad andare in pensione. Ci sono alcune misure che lo consentono anche nel 2022. Senza considerare poi alcuni vantaggi che la NASPI offre come contribuzione.

Andare in pensione è più facile per i disoccupati grazie a queste due misure e ad alcuni vantaggi che la NASPI offre a chi ha perso il lavoro

Il collegamento tra NASPI e pensioni è relativo a due misure che si possono utilizzare anche nel 2022. Sono l’APE sociale e Quota 41. L’APE sociale ha limiti di età e limiti contributivi. La Quota 41 non ha limiti di età ma si prende solo completando alcuni requisiti contributivi.

La NASPI riguarda entrambe le misure. Infatti i disoccupati sono due categorie tra le tante interessate sia dall’una che dall’altra misura.

Con 30 anni di contributi ed almeno 63 anni di età un disoccupato può rientrare nell’APE sociale. Per il 2022 è stato tolto il vincolo dei tre mesi dall’ultima NASPI percepita per poter presentare domanda di pensione. Con la Quota 41 invece il vincolo esiste. Decorsi tre mesi dall’ultima NASPI percepita , si può presentare domanda, ma solo a condizione di completare tutti i tre requisiti contributivi. Serve avere almeno 41 anni di contributi a qualsiasi titolo versati. Di questi  41 anni però, 35 devono essere effettivi, cioè senza figurativi da malattia o disoccupazione. Inoltre, almeno un anno anche non continuativo, deve essere stato versato prima dei 19 anni di età.

Il vantaggio della disoccupazione sul finire della carriera

Il collegamento tra pensioni e NASPI però, è più ampio. Andare in pensione è più facile per i disoccupati grazie alle due misure prima citate. Ma la disoccupazione INPS può essere un valido strumento di accompagnamento alla pensione e per qualsiasi misura prevista. Chi si trova a due anni dai 67 anni della pensione di vecchiaia per esempio, può sfruttare la NASPI anche se ha perso il lavoro. La NASPI può arrivare, come durata, fino a 2 anni. In pratica, per chi ha lavorato ininterrottamente negli ultimi 4 anni prima del licenziamento, ci sarebbero fino a 2 anni di NASPI. Infatti la disoccupazione come durata è pari alla metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni. E dal momento che si tratta di contribuzione figurativa, ma valida in molti casi sia per il diritto alla pensione che per il  calcolo della pensione, la disoccupazione può essere un valido aiuto.

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