Da tempo si parla di pensioni anticipate, di riformare il sistema per mandare in pensione prima i lavoratori. Ma non sempre uscire prima dal mondo del lavoro equivale ad un autentico vantaggio. Certo, se si guarda solo all’età di uscita, il vantaggio per un lavoratore è evidente. Ma se si guarda all’importo del trattamento pensionistico preso non si può certo dire la stessa cosa.
A tal punto che come vedremo, basta anche un solo anno di lavoro in più per andare a prendere per sempre oltre 100 euro di pensione in più. E non è certo una cosa da non considerare questa.
Andare in pensione con un anno di anticipo può far perdere per sempre oltre 1.400 euro all’anno di pensione, i calcoli che nessuno fa
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Pensioni flessibili a 62 anni con 20 anni di contributi, oppure passando dalla quota 96 o ancora dalla conferma di quota 103. Questo è ciò che molti lavoratori chiedono al Governo in vista della legge di Bilancio. Perché non c’è solo la quota 41 per tutti tra le misure auspicate dai lavoratori che vorrebbero poter andare in pensione prima e magari scegliere quando uscire. Ma è proprio sulla scelta che si incentra questo nostro focus di oggi. Non si può andare in pensione prima prendendo un assegno identico come importo, ad una pensione presa più tardi. E per almeno 3 ragioni che sono:
contributi versati in più se si rimanda l’uscita;
coefficienti di trasformazione dei contributi in pensione migliori se l’età di uscita è più alta;
misure di pensionamento anticipato spesso penalizzanti per i lavoratori.
La guida al calcolo con i coefficienti
Partiamo dal primo punto, che riguarda la carriera contributiva. Naturalmente parliamo di persone in continuità di lavoro, perché è evidente che un soggetto che ha perso il lavoro non può certo dire di no ad una pensione anticipata anche se tagliata. Un anno di contributi in più che versa chi per esempio rimanda l’uscita dai 62 ai 63 anni è già importante. Dal 4,88% al 5,03%, questo il coefficiente che cambia tra i 62 ed i 63 anni. Significa che un lavoratore con un montante contributivo da 500.000 euro e con retribuzione annua costante rivalutata, per il solo fatto di lavorare un anno in più, godrebbe di una pensione che a 62 anni è pari a 1.876 euro lordi al mese ed a 63 anni diventerebbe, tra coefficiente migliore e un anno in più di versamenti, pari a 1.984 euro. In pratica oltre 1.400 euro all’anno lasciati per anticipare la pensione di un solo anno.
Molte misure sono altamente penalizzanti
Andare in pensione con un anno di anticipo può far perdere per sempre oltre 1.400 euro all’anno di pensione quindi. Ma va considerato anche il fatto che spesso le misure di pensionamento anticipato nascondono delle penalizzazioni. Per esempio c’è il ricalcolo contributivo, come si applica ad Opzione donna, che taglia l’assegno anche del 30% o oltre. Ma ci sono misure che potrebbero nascere con tagli lineari di assegno, cioè per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni si perde una percentuale di pensione. E poi ci sono misure vincolate, come la Quota 103 che non prevede un assegno superiore a 2,5 volte il trattamento minimo, oppure l’APE sociale che non consente di prendere un assegno più alto di 1.500 euro. E sono autentici tagli che in genere si protraggono fino alla fine dell’anticipo.