La Legge di Bilancio 2021 ha confermato le misure di pensionamento anticipato prima dei 67 anni previsti dalla Legge Fornero. Queste misure si sono rese necessarie per sostituire “Quota 100”, in scadenza entro la fine del 2022. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i casi in cui si può andare in pensione anticipata senza Quota 100, ferma restando la possibilità della pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi).
Questa agevolazione varrà ancora solo quest’anno: si potrà andare in pensione a 62 anni con un minimo di 38 anni di contributi. Chi raggiungerà i requisiti entro il 31 dicembre, acquisirà comunque il diritto a lasciare il lavoro anche nel 2022. Da quest’anno, comunque, chi va in pensione incasserà una rendita più bassa, per via dei nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo fissati dal decreto del Ministero del Lavoro del 1° giugno 2020. Ma potrà comunque godersi il Tfr o beneficiare di una pensione integrativa se l’ha destinato a un Fondo Pensione.
Opzione Donna
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“Opzione Donna” è confermata per tutto il 2021 e permette alle donne di ritirarsi con un minimo di 35 anni di contributi a 58 anni (59 le autonome). Il calcolo della rendita, però, rientra nel metodo contributivo – meno vantaggioso del retributivo – che determina una riduzione dell’assegno mensile del 20%-30%. Il taglio è tuttavia molto variabile e dipende dalle caratteristiche personali della lavoratrice: età, carriera, retribuzione e anzianità contributiva maturata. In pratica: maggiore è l’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 più alta sarà la pensione. Inoltre, chi utilizza “Opzione Donna” per intascare l’assegno dell’INPS, deve attendere 12 mesi (la cosiddetta finestra), che salgono a 18 mesi per le autonome.
Tutti gli altri casi di uscita anticipata
Possono usufruire del pensionamento anticipato i lavoratori impiegati in attività “particolarmente faticose e pesanti” così come coloro che operano in attività “gravose ed usuranti”. Per i primi è richiesta un’anzianità contributiva di 35 anni con 61 anni e 7 mesi d’età anagrafica, per i lavoratori dipendenti; 62 anni e 7 mesi d’età anagrafica per gli autonomi. I turnisti, dipendenti, possono andare in pensione tra i 61 anni e i 63 anni e 7 mesi. In base al numero di notti all’anno che salgono a 64 anni e 7 mesi per gli autonomi.
I lavoratori che svolgono attività gravose e usuranti, invece, hanno diritto di ritirarsi con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Per la pensione anticipata ex anzianità, i requisiti sono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Infine, tra chi può andare in pensione anticipata senza Quota 100 ci sono i cosiddetti “lavoratori precoci”: servono 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, sia per gli uomini che per le donne e si deve aver svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età.