Nuove misure di pensionamento flessibile e novità per la pensione anticipata dei lavoratori dovrebbero slittare, salvo poche eccezioni, al 2023 inoltrato. C’è poco tempo per varare una riforma delle pensioni degna di questo nome. Perché una quota 41 per tutti, oppure una pensione a 61 anni di età ma flessibile con una nuova quota 100 o 102, sono interventi che necessitano di tempo. E il tempo che ha il Governo appena eletto, di approntare misure di questo genere, è davvero poco.
La Legge di Bilancio deve essere approvata entro fine anno. Immaginare l’introduzione immediata di tutte le misure di cui da tempo si parla, appare azzardato. Per questo la nuova manovra e il relativo pacchetto pensioni, avranno solo alcuni piccoli provvedimenti del tutto nuovi, come potrebbe essere la Quota 41 a 62 anni. Per il resto tutto rimarrà invariato. Comprese le misure che dovevano scadere il 31 dicembre e che per evitare il ritorno alla Legge Fornero, saranno prorogate.
Ancora pensione a 58 anni con Opzione Donna nel 2023
Indice dei contenuti
Una novità della Legge di Bilancio sarà forse la Quota 41 a partire dai 62 anni. Si potrà andare in pensione una volta completati i 41 anni di contributi, ma solo per chi ha almeno 62 anni di età. Difficile che il Governo scelga la via più favorevole ai lavoratori con l’età portata a 61 anni. La misura dovrebbe essere in vigore per un solo anno, sostituendo la Quota 102 che oggi permette di accedere alla pensione a 64 anni con 38 di contributi. Un anno che sa di “melina”, perché occorre più tempo per varare novità più importanti.
E allora, al posto di far ritornare in pieno il regime Fornero, meglio varare una misura ponte, che accompagni il sistema alla vera riforma. E nell’attesa, perché non si dovrebbero prorogare l’APE sociale e Opzione Donna? Ed effettivamente le ultime indiscrezioni danno le due misure praticamente sicure di essere rinnovate per un altro anno.
Quando vanno completati i requisiti per la quiescenza a 58 anni nel 2023?
Nel 2023 quindi, si potrebbe andare in pensione ancora con Opzione Donna. Cambierebbero però le date entro cui completare i requisiti. Una novità che va ben oltre le nate nel 1964, che sarebbero le prime a rientrare nella nuova opportunità. Infatti andrebbero in pensione le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 completano 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi versati. Ma ci andrebbero anche le escluse dall’Opzione Donna attuale. Quelle che magari, entro il 31 dicembre 2021 hanno completato i 58 anni di età, ma non i 35 anni di contributi, che se completati entro il corrente anno, riaprirebbero l’opportunità di pensionamento.