Errori nel rapporto tra cittadini e PA si verificano a ritmi costanti. Errori che riguardano il contribuente che sbaglia e non paga una tassa o un’imposta, oppure l’INPS che paga una prestazione a chi invece non ne ha diritto. Con l’aggiunta del meccanismo di tassazione italiano, ecco che i problemi diventano molteplici. Ed il lato debole non può che essere quello del contribuente, che deve pagare le tasse anche se non dovrebbe.
Anche sui soldi da restituire all’INPS il lavoratore deve pagare le tasse ed inserire questi soldi nel modello 730 dal 23 maggio
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Un meccanismo per certi versi subdolo quello che lo Stato italiano impone ai contribuenti. Con il riavvio delle operazioni della riscossione, tra le centinaia di migliaia di cartelle esattoriali di Agenzia delle Entrate Riscossione, ce ne sono anche alcune, davvero particolari. I casi di mobilità, cassa integrazione e altre misure a sostegno dei lavoratori, sono spinosi. Si tratta di misure destinate ai lavoratori e pagate dall’INPS, anche se spesso anticipate dai datori di lavoro. Non mancano però gli errori burocratici che lo Stato commette su misure di questo genere. Sono molto frequenti i casi in cui il datore di lavoro anticipa queste somme ai lavoratori. Naturalmente lo stesso datore di lavoro poi, effettua i conguagli con l’INPS, senza tirare dentro i dipendenti. Uno degli errori molto frequenti è il doppio pagamento. Infatti capita a volte che paghi sia l’INPS che il datore di lavoro. In pratica, il lavoratore può trovarsi con un emolumento doppio e con soldi da restituire, inevitabilmente all’INPS.
La tassazione delle somme indebite
L’INPS viene incontro ai contribuenti permettendo un rientro dilazionato di queste somme indebitamente percepite. Nel frattempo però, il passaggio dei sodi al dipendente si materializza. Finendo con il generare una CU. Il problema delle somme indebitamente percepite da un contribuente spesso sfocia in cartelle e ruoli. Può accadere che il lavoratore ometta la restituzione delle somme in più ricevute ma non spettanti. Ma sono frequenti i casi di tasse non pagate sulle somme in più percepite. In un sistema ben organizzato, tutto si dovrebbe risolvere tra lavoratore ed INPS. Invece, in campo entra l’Agenzia delle Entrate. Infatti, anche se si tratta di somme indebitamente percepite, l’INPS emette la CU, cioè la Certificazione unica. Ed in questo caso, il contribuente è praticamente costretto a caricare una CU sul modello 730, anche se relativa a cifre che deve restituire. In altri termini, anche sui soldi da restituire all’INPS, il contribuente verserà l’IRPEF. Anzi, l’impatto sarà ancora più rilevante se per colpa di quella CU, il contribuente si ritrova a superare uno scaglione e pagare una aliquota più alta.
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