Molte volte il lavoratore vuole lasciare il suo posto ma non lo fa per paura di perdere il diritto alla NASPI. E non sempre i datori di lavoro sono propensi a licenziare (visto che, poi, devono pagare il ticket licenziamento). Ma capita di non trovarsi più bene in azienda, per esempio. Magari perché gli stipendi arrivano in ritardo o non arrivano proprio. In ogni caso, quando si inizia a lamentarsi del proprio posto di lavoro è arrivato sicuramente il momento di lasciarlo. Soprattutto se non si vede un futuro professionale in esso.
Cosa spaventa
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Quello che solitamente spaventa nel lasciare il lavoro è sicuramente il ritrovarsi senza entrate. Ma è bene sapere che anche senza licenziamento si può avere la NASPI. Sicuramente questo che stiamo affrontando non è il momento migliore per lasciare il lavoro. Ma soprattutto nei casi in cui mancano pochi anni al pensionamento, potrebbe essere la scelta migliore avendo il paracadute dell’indennità di disoccupazione.
Ma come fare? In alcuni casi i dipendenti sono agevolati. I datori di lavoro, vista la crisi economica, sono costretti a licenziare per rientrare dei costi. E quando devono farlo sceglieranno per primi i dipendenti più vicini alla pensione che fruendo della NASPI raggiungono i requisiti necessari. In altri casi è la stessa azienda a proporre lo scivolo pensionistico proponendo anche incentivi per il dipendente che accetta.
Ma ci sono situazioni in cui l’intenzione di licenziare non c’è e anche se il dipendente è stanco e demotivato è costretto a rimanere in servizio.
Anche senza licenziamento si può avere l’indennità di disoccupazione se si fa questa cosa perfettamente legale
Gli italiani, però, si sa sono un popolo creativo che se non ha l’opportunità la crea. Ed in questo caso, approfittando di un buco normativo, i dipendenti sono riusciti a trovare il modo di spingere il datore di lavoro a procedere con il licenziamento. La normativa dell’indennità di disoccupazione prevede che la NASPI venga riconosciuta anche per licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Ovvero per quello disciplinare, causato da una grave colpa o inadempienza del dipendente.
Anche se chi lavora mette in atto comportamenti poco idonei e viene licenziato, ha diritto all’indennità di disoccupazione. Il lavoratore che, senza giustificare l’assenza, non si presenta al lavoro ripetutamente, viene licenziato. Magari dopo un paio di lettere di preavviso. Quando perde il lavoro ha diritto a richiedere la NASPI.
Anche se, in realtà, il licenziamento è avvenuto per volontà del dipendente la NASPI viene riconosciuta la stesso. Non si tratta di dimissioni volontarie, ovvio, ma in ogni caso la decisione di farsi licenziare è partita dal lavoratore. E proprio per questo si parlava di un buco normativo.