In Italia c’è una corsa al pensionamento anticipato, anche se in molti casi l’uscita dal mondo del lavoro presuppone un assegno più basso. Come nel caso dell’Opzione donna con la lavoratrice che esce dal mondo del lavoro a 58 o 59 anni. Versando 8 o 9 anni di contributi in meno e con il coefficiente di trasformazione applicato meno conveniente, l’assegno potrebbe essere anche molto basso. E la perdita economica, dovuta al ricalcolo contributivo, arriva anche al 30% dell’assegno. O come chi sceglie di accedere alla pensione con Quota 100, Quota 102, o con la pensione anticipata ordinaria.
Ovviamente si tratta di scelte personali che dovrebbero esulare la mera questione economica. Se si svolge un lavoro particolarmente pesante a livello fisico o mentale, lasciarlo per la pensione non ha prezzo per quel che riguarda la salute. Ma bisogna gettare sempre un occhio al portafogli. Perchè la pensione sarà il reddito che si percepirà per tutta la vita. Ma anche se la pensione anticipata ha sempre un costo, in determinati casi conviene anche economicamente.
L’anticipo taglia l’assegno, sempre
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Quando si decide di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro si deve mettere in conto il costo. Perchè anche a parità di contributi versati andare in pensione più tardi porta ad avere un assegno più alto. Supponiamo ci sia un lavoratore che a 61 anni ha maturato i 42 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata. E che questo lavoratore abbia un montante contributivo di 400.000 euro. Nel nostro esempio applicheremo solo il sistema contributivo per semplicità di calcolo.
Andando in pensione a 61 anni avrebbe diritto ad una pensione annua di 18.556 euro, ovvero una pensione mensile di 1.427 euro. Ma se questo lavoratore, pur smettendo di lavorare, aspettasse i 67 anni che pensione gli spetterebbe con lo stesso montante contributivo? La pensione annua a 67 anni sarebbe di 22.300 euro, per un assegno mensile di 1.715 euro. E questo senza versare nessun altro contributo.
Anche se la pensione anticipata ha sempre un costo in questi casi al lavoratore conviene l’anticipo che fa ricevere soldi in più
Aspettare 6 anni prima di chiedere la pensione porterebbe questo lavoratore ad avere una pensione di circa 300 euro in più al mese. Ma sarebbe conveniente aspettare? La risposta a questa domanda è che dipende. Se il lavoratore decide di continuare a lavorare aumenterà il proprio montante contributivo. Ed in questo caso la pensione spettante a 67 anni potrebbe essere anche molto più alta di quanto ipotizzato.
Ma se decide di smettere di lavorare a 61 anni per andare in pensione a 67 anni la convenienze non c’è. Anche se a 67 anni l’assegno sarebbe più alto. Perchè andando in pensione prima, anche con importo più basso, prenderebbe la pensione per 6 anni in più. Poniamo il caso che il lavoratore viva fino a 91 anni:
- andando in pensione a 61 anni percepirebbe la pensione per 30 anni, per un importo totale di 556.530 euro;
- andando in pensione, smettendo di lavorare a 61 anni, al compimento dei 67 la percepirebbe per soli 24 anni. E il totale della pensione percepita sarebbe di 535.080 euro.
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