Uno dei diritti più importanti dei lavoratori è sicuramente quello di avere dei giorni di malattia. Si parla, in gergo, di giorni di malattia per indicare dei giorni di assenza retribuita dal lavoro quando il dipendente si ammala. In questo caso, il lavoratore può rimanere a casa per curarsi e far passare il malanno, ma intanto ricevere lo stipendio normalmente. In caso di malattia, il lavoratore deve attivare una apposita procedura presso l’INPS. Infatti, deve recarsi presso il Servizio Sanitario Nazionale o da un medico convenzionato e ottenere un certificato medico. Questo certificato deve indicare il tipo di malanno contratto e la presumibile durata della malattia.
A questo punto l’INPS autorizza i giorni di malattia, e il dipendente può stare a casa ricevendo lo stipendio. Datore di lavoro e INPS hanno, però, il potere di controllare lo stato di salute e l’andamento della malattia del dipendente. Infatti l’INPS, anche su proposta del datore di lavoro, può inviare al domicilio del lavoratore delle visite fiscali. Queste hanno appunto la funzione di controllare se il dipendente sia realmente malato oppure se sia già guarito. Oppure ancora, se si trovi effettivamente al domicilio dichiarato.
La reperibilità del dipendente
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La Cassazione ha affrontato più volte liti tra datori di lavoro, INPS e dipendenti riguardanti le visite fiscali. Ad esempio, in un caso recente ha chiarito che cosa succeda se il dipendente si trova sotto la doccia e non senta il campanello della visita fiscale. Secondo la Cassazione, in questo caso bisogna trovare un equilibrio tra le esigenze di vita quotidiana del dipendente e il controllo della visita fiscale. In generale, secondo i giudici il solo fatto che potrebbe arrivare la visita fiscale non può impedire al dipendente lo svolgimento delle attività quotidiane più basilari.
Allo stesso modo la Cassazione ha ricordato, però, che il dipendente ha un preciso obbligo di collaborazione con gli ausiliari dell’INPS. Infatti, deve fare tutto quello che può per assicurarsi di sentire il campanello. Non solo, ma deve anche fare il necessario per rendere il domicilio dichiarato trovabile dai medici della visita fiscale.
Anche se in casa, il lavoratore rischia sanzione per mancata visita
Ad esempio la Cassazione, con la sentenza 3294 del 2016, ha ritenuto legittima la sanzione ad un dipendente che per negligenza non aveva reso possibile la visita fiscale. Infatti, anche se in casa, il lavoratore aveva reso impossibile o eccessivamente difficile per i medici trovare il suo domicilio. La Cassazione ha spiegato che in questo caso le eventuali sanzioni elevate da INPS e datore di lavoro sono del tutto legittime.
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