Anche quando il defunto lascia un testamento questi parenti non perdono mai le quote ereditarie

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Nel corso degli anni alcune rapporti fra familiari possono rovinarsi per le più svariate ragioni. A volte sono gli stessi genitori che creano conflitti fra i figli che ritengono di ricevere meno rispetto a fratelli e sorelle. In altri casi sono i nuovi legami sentimentali a suscitare invidie e rancori perché non sempre nuore e generi risultano simpatici. L’ingresso di persone diverse all’interno della famiglia talvolta rovina equilibri già delicati e provoca allontanamenti fra i membri. Pertanto può accadere che nel tempo si preferisca interrompere le relazioni con alcuni familiari per evitare di riaccendere antichi dissapori. E persino fra coniugi sorgono incomprensioni che spingono entrambi o uno dei due ad abbandonare il tetto coniugale. In circostanze simili è lecito chiedersi cosa spetta alla moglie in caso di separazione e come si dividono i beni appartenenti alla coppia.

Se accade che un genitore allontana il proprio figlio perché non condivide le sua scelte può escluderlo dal godimento del proprio patrimonio? O può un figlio sperare di ricevere una parte di beni più consistente rispetto a fratelli e/o sorelle? Chi negli ultimi anni di vita ha assicurato cura e assistenza al genitore anziano può convincerlo a concedergli la titolarità di tutti i beni? Oppure anche quando il defunto lascia un testamento questi parenti hanno non perdono mai le quote ereditarie? E soprattutto chi ha la delega sul conto corrente o sul libretto postale può prelevare tutti i soldi in giacenza?

Anche quando il defunto lascia un testamento questi parenti non perdono mai le quote ereditarie

Le attuali disposizioni legislative in materia di successione tutelano i diritti dei cosiddetti eredi legittimari. Ciò nonostante chi si aspetta di ricevere delle quote di successione dovrebbe anche sapere quali sono i 3 beni che non fanno parte dell’eredità. Il che significa che prima del decesso il titolare può decidere di destinarli secondo la propria volontà senza alcun vincolo di legge. Per quanto riguarda invece il calcolo delle quote spettanti ad altri parenti occorre attenersi a quanto dispone l’articolo 572 del codice civile.

Se infatti oltre al coniuge superstite non ci sono figli una parte di eredità spetta ai genitori del defunto o in loro mancanza ad altri ascendenti. Nello specifico al coniuge che sopravvive si riconosce la metà dei beni più il diritto di abitazione mentre a genitori o ascendenti un quarto. La restante parte di patrimonio coincide con un ulteriore quarto che rappresenta la quota disponibile di cui il defunto può disporre liberamente. Se invece manca sia il coniuge che i figli allora la quota disponibile sarà pari ai 2/3 del patrimonio e ai genitori o ascendenti spetterà 1/3.

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