Anche le vedove e gli eredi  possono esercitare questa facoltà per avere diritto alla pensione indiretta con questi requisiti

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Con il decesso di una persona cara non si deve elaborare solo il lutto ed il dolore. Si deve fare i conti anche con la mutata situazione economica. In modo particolare se il caro venuto a mancare apportava il proprio contributo al bilancio familiare con il proprio stipendio. E proprio per questo motivo alle vedove è riconosciuta la pensione di reversibilità ma anche queste altre importanti somme. Ma la pensione di reversibilità spetta solo qualora il familiare che viene a mancare sia titolare di pensione previdenziale. In altri casi, invece, spetta la pensione indiretta. Anche le vedove e gli eredi  possono, in ogni caso, richiedere la pensione indiretta del deceduto esercitando una facoltà che non molti conoscono.

Quali sono i requisiti

La pensione indiretta è il trattamento ai superstiti riconosciuto alle vedove e agli eredi del lavoratore venuto a mancare. Per averne diritto, però, in vita l’assicurato deve aver raggiunto determinati requisiti. Ovvero quelli che, a livello contributivo, gli darebbero diritto alla pensione di vecchiaia. Per spettare la pensione indiretta, quindi, il lavoratore deceduto deve aver maturato almeno:

  • 20 anni di contributi, quelli necessari per la pensione di vecchiaia;
  • 15 anni di contributi se rientrava in una delle 3 deroghe Amato;
  • 5 anni di contributi di cui almeno 3 versati nel quinquennio che ha preceduto la morte (requisiti per l’assegno ordinario di invalidità).

Ma cosa accade se l’assicurato prima di morire non ha raggiunto questi requisiti in nessuna delle casse previdenziali in cui sono presenti i contributi?

Anche le vedove e gli eredi  possono esercitare questa facoltà per avere diritto alla pensione indiretta con questi requisiti

In base a quanto previsto dalla circolare INPS numero 184 del 18 novembre 2015 anche gli eredi possono esercitare la facoltà di computo in Gestione Separata. Questo permette di vedersi liquidare una pensione indiretta utilizzando i contributi presenti in diverse gestioni previdenziali. Risulta utile quando il lavoratore, iscritto alla Gestione Separata, ha contributi versati anche in altre casse previdenziali.

Per poter, gli eredi, esercitare il computo, il lavoratore deve aver raggiunto, prima del decesso, le condizioni richieste dalla normativa. Ovvero:

  • aver versato almeno 15 anni di contributi totali;
  • aver versato meno di 18 anni di contributi prima del 1996;
  • avere contribuzione prima del 1996;
  • aver versato almeno 5 anni di contributi a partire dal 1 gennaio 1996;
  • avere una posizione aperta in Gestione Separata.

Se l’erede esercita, quindi, la facoltà di computo il trattamento di pensione indiretta avrà decorrenza dal primo giorno del mese successivo al decesso dell’assicurato.

Approfondimento

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