Man mano che ci si avvicina all’età pensionabile, le condizioni di salute potrebbero peggiorare con l’insorgere di alcune patologie. Quando compaiono i primi sintomi diventa sempre più faticoso recarsi al lavoro e sostenere il ritmo degli impegni quotidiani. D’altro canto, se ancora non si posseggono i requisiti contributivi e anagrafici per la pensione di vecchiaia non sempre è possibile ritirarsi dal servizio.
Inoltre, occorre anche prendere in considerazione le eventuali perdite sull’assegno pensionistico. Ricordiamo, infatti, che chi anticipa il pensionamento da 1 a 5 anni subisce questi tagli sul rateo mensile. E pertanto l’abbandono dell’impiego con qualche anno di anticipo potrebbe avere dei costi economici a lungo e breve termine.
Ma chi convive con patologie croniche che compromettono la qualità della vita quotidiana potrebbe scegliere l’opzione del prepensionamento. E ciò perché anche con questi problemi di salute e malattie è possibile andare in pensione prima senza tagli. A titolo di esempio i nostri consulenti hanno indicato quanto prende di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi INPS. E conviene inoltre informarsi in modo adeguato sulle agevolazioni e gli aiuti economici che il Governo garantisce ai soggetti affetti da specifici disturbi. Forse non tutti sanno che anche con queste malattie croniche si ottengono assegni di invalidità dall’INPS. E che se la Commissione legale dell’azienda sanitaria locale riconosce uno stato di disabilità si matura il diritto all’anticipo pensionistico.
Anche con questi problemi di salute e malattie è possibile andare in pensione prima senza tagli
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Attualmente proprio a causa dell’epidemia da Covid-19 è diventato più rischioso recarsi al lavoro per chi soffre di alcune patologie. Il lavoratore di 60 anni in possesso di 39 anni di anzianità contributiva può pertanto richiedere la pensione di vecchiaia anticipata.
Chi, invece, ha un montante contributivo più basso può andare in pensione con 20 anni di contribuzione a 56 anni se donna e a 61 se uomo. Questo trattamento pensionistico comporta tuttavia il riconoscimento di un’invalidità civile pari o superiore all’80%. Inoltre non possono richiederlo i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi, ma gli impiegati del settore privato.
A ciò si aggiunge che secondo quanto statuisce il Decreto legislativo 222/1984 è necessario ottenere l’invalidità pensionabile. Il che equivale a dire che non è sufficiente una generica condizione di disabilità. Ma conviene ricordare che sono diverse le patologie croniche che rientrano nell’elenco degli stati invalidanti cui la Commissione INPS riconosce percentuali di invalidità.
Ad esempio i soggetti affetti da patologie oncologiche che si sottopongono a trattamenti chemioterapici possono ottenere un’invalidità superiore al 74%. Allo stesso modo può richiedere l’anticipo pensionistico il lavoratore che soffre di disturbi psichici come la depressione maggiore o gli attacchi di panico.