Sono numerose e differenti le circostanze di vita che richiedono una necessaria assenza dal lavoro per il dipendente del settore pubblico o privato. In questi casi, molti preferiscono assicurarsi che l’astensione lavorativa non abbia effetti sulla retribuzione e che vi sia un regolare pagamento. Se alcune tipologie di assenza lavorativa sono più note, ve ne sono altre parimenti importanti che rientrano nel pieno diritto dei contribuenti. Anche a questi lavoratori spettano 3 giorni di permessi retribuiti e non serve la Legge 104 INPS e di seguito vediamo in quali circostanze valgono.
Quali diritti hanno i dipendenti
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In alcune circostanze di vita è fondamentale per il lavoratore avere la possibilità di allontanarsi per alcuni giorni o ore dalla sede lavorativa. Immaginiamo, ad esempio, quei casi in cui si decida di convolare a nozze e sia necessario assentarsi dal posto di lavoro. In situazioni simili si possono ottenere ben 15 giorni di permessi retribuiti secondo le regole che abbiamo illustrato in precedenza. Un matrimonio, tuttavia, non è l’unica occasione in cui sia possibile assentarsi e ricevere ugualmente l’indennità giornaliera. I lavoratori che hanno dei figli sanno bene quanto sia importante ottenere delle agevolazioni in termini di orari e assenze pagate. Proprio per questo motivo in alcuni casi è possibile richiedere 10 giorni di permesso senza penalizzazioni sull’assegno di paga mensile. Sempre nell’ambito delle circostanze familiari, c’è un’altra tipologia di assenza che i contratti collettivi prendono in esame.
Anche a questi lavoratori spettano 3 giorni di permessi retribuiti e non serve la Legge 104 INPS
La normativa sul lavoro assicura ai lavoratori dipendenti il diritto di ricevere un permesso retribuito in caso grave infermità del familiare o lutto. La durata di una simile astensione può raggiungere il limite massimo di 3 giorni e assicura la normale retribuzione al dipendente. Questo è quanto stabilisce l’articolo 4 della Legge n. 53/2000 e il relativo D.M. n. 278/2000. I permessi sono accessibili per il decesso di parenti entro il 2° grado anche non conviventi in linea retta o collaterale. Sono parimenti validi per la morte di un componente della famiglia anagrafica. Diverso è il caso degli affini, come ad esempio i suoceri. Nella generalità dei casi per questi lutti non si ha diritto al permesso, anche se alcuni CCNL dei lavoratori pubblici lo concedono.
I permessi per lutto possono essere in totale 3 giorni all’anno e non prevedono penalizzazioni sulla paga giornaliera. Inoltre, al pari dei giorni lavorativi. Sono utili per maturare ferie, permessi, anzianità di servizio, mensilità aggiuntive e TFR. Per ottenere i permessi il lavoratore deve provvedere all’invio della comunicazione all’azienda. Un’alternativa all’assenza di cui è possibile fruire prevede la riduzione dell’orario di lavoro fino a completare l’orario massimo dei 3 giorni.
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