Il reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà. Infatti il sussidio è collegato alla condizione reddituale del beneficiario. È l’ISEE lo strumento utile e determinante sia per il diritto al beneficio che per la misura dello stesso. L’importo del sussidio infatti è rapportato all’ISEE del nucleo familiare del beneficiario. Di conseguenza non ci sono situazioni di incumulabilità tra reddito di cittadinanza e redditi da lavoro dipendente o da pensione. Resta il fatto che nel momento in cui, la situazione reddituale di una famiglia cambia, gli interessati devono comunicarlo all’INPS. E proprio l’Istituto potrà così ricalcolare l’importo del reddito di cittadinanza spettante, o andare a determinare la permanenza del diritto all’incasso.
Anche a questi fortunati l’INPS pagherà il sussidio da 780 euro insieme alla pensione una volta raggiunti i 67 anni di età
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Chi prende il reddito di cittadinanza deve necessariamente informare l’INPS degli altri redditi che ha o che sopraggiungono in un secondo momento. Come accade per i redditi da lavoro, anche per le pensioni l’interessato deve dare comunicazione all’INPS. E sempre come per i redditi da lavoro anche quelli da pensione non determinano la perdita automatica del diritto al RdC. È anche vero però che ogni euro che entra in tasca ad un componente di una famiglia, incide sull’ISEE. Se il beneficiario del sussidio è un singolo, nel momento in cui diventa pensionato, perde il diritto al reddito di cittadinanza. In questo caso il reddito di cittadinanza si trasforma in pensione di cittadinanza. Ed il pensionato riceve una somma aggiuntiva a integrazione della pensione. Il tutto per raggiungere la fatidica soglia della povertà a 780 euro.
Revoca o conferma?
Solo nel momento in cui l’appena pensionato comunica all’INPS il suo nuovo reddito proveniente dalla pensione, l’INPS è in grado di verificare alcune cose. Infatti l’Istituto può decidere, dopo la verifica caso per caso, di:
- revocare il reddito di cittadinanza;
- confermarlo dopo il ricalcolo;
- assegnare la pensione di cittadinanza.
Chi compie 67 anni e diventa pensionato, per via della pensione si vedrà ricalcolato il sussidio. Diventerà più alto nel caso in cui la sua pensione è più bassa del reddito da lavoro precedentemente percepito. Al contrario, con una pensione più alta del reddito precedente, il sussidio accrescerà. Questo però, a condizione che nel nucleo familiare ci siano ancora soggetti che rientrano nel perimetro del RdC. È il caso di un nucleo familiare con un genitore che diventa pensionato ed un figlio che continua a rimanere disoccupato, non indipendente economicamente e attivabile al lavoro. Se invece in un nucleo familiare ci sono solo pensionati, il reddito di cittadinanza diventerà pensione di cittadinanza. Anche a questi fortunati l’INPS pagherà quindi, l’INPS continuerà ad erogare il sussidio spettante.
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