L’analisi settimanale del Vecchio Grimm.
Macro/Micro Usa :
“detox” doppio. Intervistato alla cnbc, Bessent ha toccato i punti salienti del nuovo corso macro Usa, in primis:
- riduzione di spesa pubblica insostenibile nel lungo termine ;
- deregulation , ovvero più friendly environment verso il settore privato;
- dazi, che nella loro reciprocità dovrebbero favorire di più paesi, quali Usa, a maggior trade deficit, rispetto a quelli con surplus.
Il recente ribasso del mercato azionario, asserisce, “I know the topic, I have been for 35 yrs money manager”, è frutto di un unwinding, su cui “I cant say more”, dando l’ idea che sia short lived.
Nulla di nuovo si direbbe, aggiungerei come nota positiva di mercato, come ebbi a dire la scorsa settimana, che il decennale al 4.30 e il 2 anni al 4, in questa fase presumo interessi di più a Bessent; anche per Trump la mid term election 26 è ancora lontana: “we can accept now an higher volatilty of the stock market”. D’ altra parte il mercato dei corporate bond, sia pure con un lieve incremento degli spread, non segnala alcuno stress.
Lo stesso risparmiatore Usa da 60/40 balanced , grazie alla correlazione inversa delle 2 asset classes ha minimizzato il wealth effect negativo dell’ equity.
Nulla di sostanzialmente nuovo.
Gli ha fatto eco Zervos (jeffrey) che da tempo minimizza l’impatto dei dazi sull’ economia Usa, perché più dipendente dal mercato interno, dando enfasi ai positivi effetti di medio termine, DOGE related, ovvero riduzione spesa pubblica improduttiva / deregulation / re -privatization.
I layoffs nel settore pubblico consentiranno di avere abbondante work supply per quello privato; in sintesi un sistema Usa che con l’incremento di produttività diventerà più competitivo nel mondo: rose e fiori si direbbe.
A chi gli segnala le “spine” correnti legate a un s&p /Nasdaq in netto ribasso, la sua risposta to offset the bear è :
- Fed put all’ occorrenza;
- “speed reduction” della spesa pubblica, fatta finora da Musk, come in un’ azienda, too much e too quick.
Né d’altra parte, come sostiene El -Erian- “compra” la call, neanche tattica, di overweight equity Europe/Cina vis-a-vis Usa, in quanto sostiene che ” macro fundamental in Usa are much stronger”.
Di visione quasi opposta è J .Siegel , Wharthon U., che fa poco il professore nelle sue opinioni.
Strict to the point, l’andamento negativo di borsa parla chiaro
La causa è da ricercarsi, sostiene, nell’incertezza generata dalla guerra commerciale di Trump, che per portare a casa qualche stabilimento produttivo in più, con i recenti ribassi di borsa, ha causato a 150 milioni di Americani, che direttamente o indirettamente (fondi pensione e quant’ altro) detengono azioni, molti più danni dei benefici predetti. Solo la rimozione di detta incertezza può indurre una ripresa dei corsi azionari.
Per finire la carrellata di macroecomisti, cito il permabull Yardeni che al momento riduce il target di S&P 500 25 a 6400 da 7000, per le incertezze sopra citate, che aumenterebbero gli odds di recessione Usa al 35%; a suo dire, siamo passati da una situazione di “bond vigilantes” per eccessiva spesa pubblica a “stock vigilantes”, con osservati speciali l’intensità recessiva dei tagli alla spesa pubblica nonché la spirale negativa (per l’ equity) di una guerra commerciale, che come segnalato dai bonds ha effetti recessivi.
Il dato settimanale cooler sia per cpi che ppi – col prezzo delle uova salito del 54% – non ha mosso più di tanto i mercati, sia perché i componenti del pced, seguito dalla Fed, sono stati un po’ più hotter , sia perché al momento il mercato s’interroga sui dati del secondo trimestre, quando sarà evidente l’impatto dei dazi, con una Fed che si troverà nella scomoda posizione di una crescita dell’ economia in deterioramento, e un’inflazione, almeno pro tempore, in crescita.
Per quanto concerne l’andamento micro, altro “detox”, nasdaq related ?
Il mercato anche questa settimana ha penalizzato ulteriormente i M7, non tanto per i dazi a mio avviso, quanto perché è nel loop negativo sia di una derivata seconda negativa delle relative crescite dei fatturati, sia perché a fronte degli ingenti capex è ancora poco visibile la relativa monetizzazione, come evidenziano le scorse settimane .
Peraltro, stante anche alle indicazioni di ulteriore crescita 2026 di taiwan semi, quelle che dovrebbero provenire da Nvidia, la prossima settimana, parimenti accerterebbero uno stato di salute del “grandfather” Ai ancora buoyant, con prezzi stabili sui max, e una domanda che continua ad eccedere l’offerta; unica problematica di recente, peraltro temporanea, di Nvidia afferisce alla produzione on time di alcuni vecchi CoWos rispetto ad altri nuovi – se ho ben capito, non essendo tech specialist- , proprio per una unexpected più alta domanda dei primi sui secondi.
Macro/Micro Europa-Cina
Come evidenziano la scorsa settimana, sono questi i 2 mercati sia per equity che bonds che, per motivazioni opposte, sono in netto decoupling rispetto a quello Usa, anche se lo stesso in settimana è stato meno pronunciato.
Almeno per l’Europa, sembra completamente dimenticato il vecchio adagio che recita “quando l’Usa ha il raffreddore l’Europa ha la polmonite” .
Durerà? La mutata fiscal policy in Europa è determinante per il “si”-mi metto contro Zervos, che peraltro da ex Fed, stimo- ; la probabile fine della guerra in Ucraina e la politica di Xi pro ipos / business friendly / stimolo ai consumi potrebbero ulteriormente corroborare la tendenza in atto.
Che fare operativamente, sulla base di uno scenario Usa a dir poco controverso?
- -Stay long 2 yrs Usa (future);
- usd, cover a bit the short, anche alla luce di un probabile accordo bipartizan che eviti lo shutdown;
- profit taking sul lungo 10 yrs – future-, senza grossa convinzione;
- A 2.90% resto short bund, parimenti senza grossa convinzione, almeno nel breve, nel lungo la rottura del 3% al rialzo resta probabile;
- compro tatticamente, contrariamente alla scorsa settimana, nasdaq, seguo un DeMark che già la scorsa settimana mi segnalava il buy: non ne ero convinto, ora strong convinction, un rimbalzo ci sta anche grazie al probabile ribilanciamento dei fondi pensione di fine trimestre, a favore dell’equity.
- Per chi crede che l’unwinding prosegua, la bet si potrebbe accompagnare con vendite di call out che finanziano acquisto di put out.
In Europa e Cina/equity, per quanto il DeMark mi segnala di vendere, non lo seguo, resto overweight: se Usa rimbalza, come penso, o si resta su questi livelli oppure, questi mercati potrebbero segnare nuovi max, un’asimmetria da bet che resterebbe ancora favorevole.