Campano d’origine ma europeo d’adozione, il giovane Antonio Manganiello spicca il volo e a soli 21 anni lavora al Teatro dell’Opera di Sofia in Bulgaria. Alle sue spalle, anni di formazione: prima a Roma, poi Basilea e infine San Pietroburgo, da cui va via lo scorso gennaio. Giusto in tempo utile per mettersi al sicuro prima del conflitto. Lo stile di vita, le rinunce e le soddisfazioni professionali. Sullo sfondo quel pezzetto di vita mancata fatta di scorribande adolescenziali e amicizie che sanno di eternità. Ma sul palco tutto passa e i sogni prendono corpo con l’impegno e la determinazione ostinata di anni di lavoro. A Roma viene ammesso con riserva fisica, cioè a patto di perdere peso per le “cosce troppo grandi”. A mensa mangerà tutto, ma in porzioni piccole. Va meglio all’estero, dove però il rigore alimentare, racconta, è ferreo per le ragazze.
Dove ti trovi adesso e perché?
Indice dei contenuti
“Mi trovo a Sofia. Ho lasciato San Pietroburgo, ma non per motivi geopolitici. Semplicemente il mio percorso formativo è terminato. Mi sono diplomato e qui lavoro al Teatro dell’Opera con contratto regolare.”
Prima di Sofia, dove sei stato?
“Ho iniziato a muovere i primi passi in una scuola privata di danza classica nel mio paese. Poi ho iniziato le prime audizioni presso accademie professionali. Dapprima sono stato ammesso con riserva fisica alla Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, dove ho studiato per quattro anni. Poi ho avuto un infortunio e sono stato fermo per un anno. Ho deciso di proseguire all’estero e sono andato in un’accademia svizzera, a Basilea. Poi in Russia a Vaganova (San Pietroburgo) ho studiato per tre anni e mi sono diplomato. Adesso lavoro.”
Cosa significa “riserva fisica”?
“Dovevo perdere un po’ di peso perché avevo le cosce grandi. Così mangiavo un po’ di tutto, ma in porzioni molto ridotte.”
A San Pietroburgo com’è andata? Qual era lo stile alimentare?
“La mattina per colazione prendevo il porridge che in russo si chiama kasha. Una sorta di minestrina con fiocchi d’avena e latte. Una pappetta. A volte ci davano anche pane e formaggio per colazione. Per pranzo mangiavo una zuppa accompagnata da un secondo con grano saraceno o riso con pollo o fegato, quindi proteine. Per merenda un frutto e a cena patate con carne o patate con pesce. Una dieta abbastanza varia.”
“Ammesso con riserva fisica”, il ballerino Manganiello non molla mai. Qui non hai sofferto la bilancia?
“Diciamo che crescendo in altezza e avendo un metabolismo abbastanza accelerato non ho avuto problemi. Per le ragazze era più difficile. Pretendevano la perfezione sul piano fisico e non mancavano commenti sgradevoli, magari in presenza di tutti gli allievi.”
Perché ad un certo punto hai deciso di proseguire all’estero?
“Volevo fare un’esperienza completa, anche di vita. Imparare le lingue e formarmi anche nel conoscere altre culture. A San Pietroburgo è stata un po’ dura perché i cittadini parlano russo (non inglese), quindi ho dovuto imparare e abituarmi a persone comunque più fredde rispetto agli europei. Qui in Bulgaria parlo inglese, ma sto imparando anche il bulgaro.”
In Italia è in corso lo scandalo delle (ex) Farfalle. La tua esperienza ti porta a dire qualcosa in merito?
Sorride, ndr. “Questa domanda me l’aspettavo. Come già detto, a Roma sono stato ammesso con riserva fisica, che è proprio una clausola contrattuale. Ma quello che un po’ pesava era il fatto che in convitto diverse persone avevano problemi con l’alimentazione perché in tanti facevamo a gara a chi pesava o mangiava di meno. Quindi da questo punto di vista l’ambiente era tossico. All’estero almeno io non ho avuto questi problemi.” Così, sebbene a Roma viene ammesso con riserva fisica, il ballerino insiste e con tenacia arriva al diploma.
Hai degli amici?
“Ne ho avuti tanti. Però per il fatto che ho lasciato diversi Paesi poi le amicizie sono finite. Adesso il mio pensiero è principalmente alla carriera e le amicizie sono in secondo piano.”
Cosa ti dà e cosa ti toglie questo lavoro?
“È la realizzazione del mio sogno. Sin da bambino io volevo fare il ballerino in teatro e sono fortunato ad esserci riuscito. Ovviamente ci sono dei costi, delle rinunce: anni di formazione mi hanno tolto la vita sociale, le amicizie e la possibilità di trascorrere molto tempo con la mia famiglia.”
Hai mai pensato di mollare?
“Si, mi capita spesso. È strano da dire ma, specialmente nei momenti in cui magari sono infortunato, penso a cercare altro, ma poi non lo faccio mai. È il sogno della mia vita.” Anche se ammesso con riserva fisica, il ballerino ce la fa. Anche nei momenti di obiettiva difficoltà resiste e ricomincia.
Quali sono i tuoi progetti futuri anche rispetto alla vita privata?
“Sul piano professionale sicuramente mi piacerebbe andare avanti nella strada che ho preso. Adesso sono in una compagnia di danza. Ci sono diversi livelli e ambisco a diventare solista in futuro. Sul piano privato… Non saprei… Adesso ho un’amica speciale. Tra uno o due anni pensiamo di vivere insieme. Penso potrei essere felice con lei.”
Punti a lavorare sempre all’estero?
“Si. Magari non sempre qui a Sofia, ma sicuramente fuori dall’Italia.”