Altro che pensione, con questa indennità a 65 anni guadagni due volte, ecco la sorprendente verità

INPS-Foto da imagoeconomica

Ci sono momenti della vita in cui un lavoratore deve scegliere cosa fare. Grazie ad alcune pensioni anticipate in vigore, a 65 anni c’è chi può lasciare il lavoro subito. Ma la scelta non può certo ridursi al restare al lavoro o andare in pensione. Altro che pensione, con questa indennità a 65 anni guadagni due volte.

Perché c’è un’alternativa da non sottovalutare. Che potrebbe essere anche più vantaggiosa rispetto ad un pensionamento anticipato che a dire il vero fa gola a molti.

Quelle anticipate oggi, ecco perché a 65 anni uscire dal lavoro è facile

La pensione anticipata oggi si può prendere più facilmente una volta compiuti 65 anni di età perché sono diverse le misure che lo consentirebbero. C’è per esempio la Quota 103 che permette di andare in pensione già a partire dai 62 anni di età con 41 anni di contributi versati. Ma c’è anche la Quota 41 per i precoci che invece permette a determinate categorie di lavoratori tra cui invalidi, disoccupati, caregiver e lavori gravosi, di andare in pensione senza limiti di età una volta raggiunti 41 anni di contributi versati. Altro che pensione, ma continuiamo a dare ulteriori dettagli.

Anche se Quota 103 parte a 62 anni e Quota 41 non ha limiti anagrafici, le possibilità di pensionamento aumentano a 65 anni di età visto l’elevato numero dei contributi necessari per entrambe le misure. Infatti arrivare a 41 anni di contributi versati già a 62 anni come promette la quota 103, non è certo una cosa facile. Più semplice arrivare a questa soglia, ad un’età più avanzata come possono essere i nostri 65 anni di età. Ma uscire dal lavoro subito, può non essere la soluzione migliore o quantomeno non è l’unica soluzione. Infatti si può anche passare dall’indennità per disoccupati INPS, che come vedremo può essere considerata più vantaggiosa da due punti di vista.

Altro che pensione, con questa indennità a 65 anni guadagni due volte, ecco la sorprendente verità

La NASPI è l’indennità per disoccupati INPS che consente a chi perde il lavoro in maniera involontaria, di percepire un’indennità mensile pari più o meno al 75% dello stipendio medio percepito negli ultimi quattro anni della carriera. In pratica si prende a riferimento lo stipendio lordo utile ai fini previdenziali di un lavoratore degli ultimi quattro anni che precedono la cessazione del rapporto di lavoro.

I quattro anni precedenti però sono importanti anche per un altro motivo e cioè per la durata della NASPI. L’indennità può essere percepita per la metà delle settimane lavorative svolte dal diretto interessato negli ultimi quattro anni. E può arrivare fino a massimo 24 mesi. In pratica chi ha lavorato in maniera continua negli ultimi quattro anni, può godere di due anni di disoccupazione. Due anni utili per arrivare ai 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria ma anche per arrivare ai circa 43 anni di contributi che servono per le pensioni anticipate ordinarie. In pratica un lavoratore anziché uscire dal lavoro con 41 anni di contributi versati potrebbe aspettare due anni godendo della NASPI.

Così da guadagnare anche due anni di contributi figurativi che si andrebbero ad aggiungere ai 41 anni di contributi già maturati. E nel sistema contributivo, dove le pensioni sono calcolate in base ai contributi versati, è evidente che anche i contributi figurativi, pur se inferiori a quelli ordinari, costituiscono una valida soluzione per aumentare l’importo della prestazione. In pratica il diretto interessato potrebbe arrivare a godere di un trattamento maggiore di pensione non scegliendo la via dell’uscita immediata con la quota 103 o con la quota 41 per i precoci.

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