Alle lavoratrici che hanno avuto figli spetta un assegno di pensione di importo più alto se fanno questa scelta

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Soprattutto alle donne che lavorano l’avanzare dell’età pesa di più. All’inevitabile decadimento fisico, infatti, si aggiungono le gravidanze avute e il lavoro ulteriore svolto per accudire figli e casa. Fino a qualche decennio fa, infatti, le donne avevano requisiti anagrafici meno pesanti per accedere alla pensione. 5 anni di età in meno per la pensione di vecchiaia, ad esempio. Che andavano, in qualche modo, a bilanciare il maggior affaticamento accumulato nella vita lavorativa. Ma con l’introduzione della Legge Fornero la differenza anagrafica per accedere al trattamento di vecchiaia è andato ad assottigliarsi anno dopo anno. Fino a sparire, visto che oggi sia uomini che donne accedono alla pensione al compimento dei 67 anni. Ma alle lavoratrici che hanno avuto figli è concesso uno sconto sull’età o un aumento dell’assegno.

La Legge Dini tutela le mamme

La Legge Dini del 1995 prevede delle importanti agevolazioni per le mamme. Ricordiamo che questa normativa introduce, tra le altre cose, il sistema di calcolo contributivo. Per le donne che hanno avuto figli, invece, prevede uno sconto sull’età anagrafica per accedere alla pensione di vecchiaia. Argomento che abbiamo approfondito in questo articolo.

Si tratta di un beneficio, ed è il caso di sottolinearlo, che spetta riservato a chi ricade solo nel sistema contributivo. Questo significa che è necessario aver iniziato a versare i propri contributi a partire dal 1996. O, in alternativa, scegliere il computo in Gestione Separata INPS per il calcolo della pensione spettante.

Alle lavoratrici che hanno avuto figli spetta un assegno di pensione di importo più alto  se fanno questa scelta

Ma alla lavoratrice con figli, in ogni caso è lasciata una scelta. Se decide di non volere approfittare dello sconto dell’età per accedere alla pensione può fruire, in alternativa, di un altro beneficio.  Andare in pensione un anno prima, infatti, significa vedersi calcolare la pensione con un coefficiente di trasformazione meno conveniente. E la lavoratrice previdente, potrebbe non voler accettare questo compromesso.

In alternativa allo sconto di 4 mesi sull’età di accesso per ogni figlio avuto le donne possono scegliere un beneficio che aumenta l’importo della pensione.  L’articolo 1, comma 40, della Legge 335/1995, prevede in alternativa allo sconto, di applicare un coefficiente di trasformazione maggiorato. Al momento dell’accesso alla pensione a 67 anni della lavoratrice madre, quindi, il coefficiente di trasformazione sarà:

  • maggiorato di un anno per la donna che ha avuto uno o due figli;
  • di due anni per la donna che ha avuto 3 o più figli.

In pratica questo significa sicuramente un assegno previdenziale più alto, come se la donna avesse scelto l’accesso alla pensione a 68 o 69 anni. Pur essendo uscita dal mondo del lavoro a 67 anni, proprio come prevede la pensione di vecchiaia ordinaria.

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