La nostra Redazione risponde alle Lettrici che chiedono se alle donne conviene aspettare la pensione sociale INPS o pagare i contributi al Fondo casalinghe. Non tutte le donne che svolgono lavoro in casa hanno, infatti, nel corso del tempo versato la contribuzione al Fondo casalinghe. Per chi non conoscesse tale opportunità conviene specificare che si tratta di una sorta di salvadanaio contributivo su base volontaria.
Il che significa che solo chi lo desidera e lo ritiene per sé conveniente effettua volontariamente il pagamento di contributi all’Ente previdenziale. In un precedente articolo la Redazione ha specificato quali sono i requisiti anagrafici e “A quanto ammonta la pensione delle casalinghe?”.
Si conferma senz’altro opportuno valutare per tempo quali misure previdenziali risulti essere più vantaggiose. Soprattutto nel caso di donne che lavorando in casa e occupandosi di faccende domestiche non ottengono particolari riconoscimenti. Si è rafforzata nel corso dei secoli il pregiudizio secondo cui il carico di lavoro che grava sulle spalle delle casalinghe non sia degno di retribuzione economiche. Di fatto, moltissime casalinghe giungono alla vecchiaia e non ricevono somme di denaro dignitose con cui assicurarsi uno stile di vita decoroso.
Alle donne conviene aspettare la pensione sociale INPS o pagare i contributi al Fondo casalinghe?
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Con l’iscrizione al Fondo casalinghe il vantaggio immediato riguarda il requisito anagrafico. E ciò perché per l’erogazione della pensione casalinghe può avvenire già a partire dal raggiungimento dei 57 anni di età. Diversamente il riconoscimento dell’assegno sociale INPS spetta ai contribuenti di almeno 67 anni di età. Inoltre per maturare il diritto all’assegno sociale il richiedente deve rientrare in fasce reddituali particolarmente modeste. Ciò perché si tratta di una misura previdenziale che mira a ridurre ai minimi termini il rischio di povertà.
A prescindere tuttavia dall’età di accesso al trattamento previdenziale, preme sottolineare che se i versamenti al Fondo casalinghe non avvengono per alcuni decenni il rateo spettante è di importo assai basso. Se ci si attiene al versamento minimo di 25,82 euro al mese sarà facile intuire quanto irrisorio potrà essere l’assegno pensionistico. Inoltre occorre moltiplicare le somme di denaro che si accantonano nel tempo per il coefficiente di trasformazione in riferimento ai 57 anni di età.
Bisogna, infine, spalmare su 12 mensilità il risultato che si ottiene e molto spesso ci si ritrova davvero a percepire un assegno di bassissimo importo. Per cui quando ci chiediamo se alle donne conviene aspettare la pensione sociale INPS o pagare i contributi al Fondo casalinghe la risposta potrebbe non essere univoca. Potrebbe infatti risultare vantaggiosa per le casalinghe che iniziano a versare anche piccoli importi ma per oltre 30 anni.