L’esigenza è nota da tempo ma solo oggi prende forma il disegno di legge delega per la riforma delle imposte dirette e indirette, per la revisione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto dei fabbricati. Al momento solo un’enunciazione di principi e criteri direttivi in una legge delega rivolta al Governo per affrontare la riforma del catasto. Quanto basta però per allarmare cittadini, forze politiche e associazioni di categoria. La casa, si sa, è un bene caro agli italiani e qualunque riforma che lo riguardi desta preoccupazione subito, a prescindere dai contenuti. C’è l’allarme tasse sulla casa per la riforma del catasto. Cerchiamo di fare chiarezza.
A cosa serve
Indice dei contenuti
Il catasto è un’invenzione fiscale molto antica: nasce nel lontano 1886 (legge 1° marzo 1886 n.3682) e subisce negli anni diverse riforme, soprattutto nel secondo dopoguerra, fino ad arrivare alla digitalizzazione avvenuta nel 2014. È da giugno di quell’anno che i contribuenti possono consultare on line, tramite il servizio Entratel/Fisconline le informazioni sulla casa di proprietà come la visura catastale, la particella dei terreni, la planimetria degli immobili e l’ispezione ipotecaria. Il catasto si divide in catasto dei terreni e catasto dei fabbricati e riporta dati e codici che identificano le unità immobiliari: il foglio, il Comune, la sezione urbana, la particella, il subalterno, la rendita o il reddito dominicale e agrario, la superfice, la classe dell’immobile e la categoria.
Si tratta di informazioni che danno una fotografia dettagliata degli immobili sul territorio, della loro dimensione e del loro valore. La consultazione del catasto è disponibile, recandosi presso gli uffici provinciali- territorio delle Entrate o gli sportelli catastali dei Comuni e delle Unioni dei Comuni oppure on line accedendo con SPID al sito dell’Agenzia delle Entrate. Per gli immobili non di proprietà è necessario pagare tramite PagoPA i tributi speciali catastali. Conoscere i dati catastali è importante per acquistare o dare in locazione un immobile, per calcolare imposte come l’IMU e la TARI, nel caso di successioni e a volte per l’allaccio delle utenze domestiche.
Allarme tasse sulla casa per la riforma del catasto
Senza entrare nel dettaglio delle singole voci, il valore catastale dovrebbe indicarci il valore di mercato dell’immobile e la sua rendita effettiva qualora decidessimo di affittarlo. La funzione del catasto è dunque quella di offrire un inventario dettagliato delle abitazioni, degli uffici, dei locali commerciali e degli edifici pubblici presenti sul territorio. Dovrebbe indicarci il valore degli immobili a fini fiscali o di mercato ma non sempre è così: spesso le abitazioni nei centri delle città hanno un valore catastale più basso o leggermente più elevato rispetto a quelle delle periferie urbane, di più recente costruzione e accatastamento.
Il valore catastale spesso non tiene conto dell’anno di costruzione delle case, delle caratteristiche tecniche e della qualità dei materiali utilizzati. Ma c’è di più: alcuni immobili fantasma spesso risultano sconosciuti al fisco perché non accatastati. La legge delega approvata in Parlamento ha l’obiettivo di risolvere queste criticità e creare un catasto veritiero e aderente alla realtà di mercato. La riforma tuttavia rischia di produrre un effetto nefasto: il rialzo delle già elevate imposte sulla casa e sui terreni. È indispensabile pertanto rimodulare al ribasso le aliquote fiscali per evitare di aumentare le tasse e mettere a tacere l’allarme già diffuso tra i cittadini e le forze politiche presenti in Parlamento.