Perché è allarme false febbri rilevate dai termoscanner anti Covid, chi è a rischio. Riflettori puntati sugli scanner termici utilizzati nei varchi di accesso ai porti, stazioni, negozi, aeroporti, punti ristoro e locali pubblici in genere. Tali strumenti ai quali, negli ultimi mesi, ci si sta, via via, adattando potrebbero prendere, come si dice, fischi per fiaschi. Il rischio, non da poco, che si paventa è quello di un ingiusto respingimento delle persone, specie di alcune categorie. Vediamo quindi ora di approfondire perché è allarme false febbri rilevate dai termoscanner anti Covid, chi è a rischio.
Come funzionano i termo scanner
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Il punto di partenza è sicuramente il modo in cui funzionano i rilevatori di temperatura a cui tutti possiamo essere sottoposti. Le “pistole” termiche, puntate sulla fronte, sarebbero in grado di rilevare solo la temperatura della pelle. Mentre invece, stando agli esperti di settore, ciò che dovrebbe essere oggetto di verifica, è la temperatura interna. Non solo quella più superficiale. Il rischio che si corre è quindi che le temperatura epidermica sia influenzata da fattori ambientali e da altre condizioni, come si vedrà nel prosieguo.
Allarme false febbri rilevate dai termoscanner anti Covid: chi è a rischio
Il rischio che quindi potrebbe paventarsi è quello di scambiare per febbre, le vampate di calore delle donne in menopausa. Questo produrrebbe, a cascata, tutta una serie di conseguenze. Tra di esse, l’allontanamento delle persone erroneamente reputate come febbricitanti. Un problema, non da poco, specie per le donne esposte ad improvvisi e fisiologici aumenti della temperatura.
Solo che, in casi del genere, gli innalzamenti di temperatura sono legati semplicemente agli sconvolgimenti ormonali, tipici di una certa età. Una condizione, questa, che accomuna un’ampia fascia di donne. Vale a dire quelle in pre-menopausa, menopausa e post-menopausa. Un fenomeno che, peraltro, può presentarsi anche diverse volte al giorno, con durata molto variabile a seconda delle circostanze.
L’allarme
A lanciare l’allarme sulle potenziali ingiustizie sociali legate all’uso di detti scanner termici, sono stati gli scienziati dietro l’applicazione “Meg’s Menopause”. Dichiarazioni, queste, che dalla stampa estera stanno rimbalzando sui nostri organi di stampa nazionali. E’ stata infatti una ricercatrice dello University College di Londra ad esporsi con un’intervista sul Daily Mail.
Ad alzare la voce, in precedenza, sembra ci fosse stata anche l’American Civil Liberties Union (ACLU). Pure in tal caso, veniva affermata la non attendibilità dei termoscanner, specie quando a loro si delega, in toto, la prima risposta sulle condizioni di salute delle persone.