Le nostre banche sono tra le più esposte verso il sistema economico della Russia. Con la guerra in corso i conti correnti bancari degli italiani cosa rischiano? I clienti delle banche italiane più esposte verso il sistema finanziario russo cosa devono temere?
Molti in questi giorni si saranno allarmati apprendendo dai media del crollo dei mercati azionari. Nella sola giornata di venerdì 4 marzo, Piazza Affari è crollata di oltre il 6%. Nella settimana tra il 28 febbraio e il 4 marzo la nostra Borsa è caduta di oltre il 12%.
Certamente è allarme banche in Borsa. Tra i titoli che stanno pagando lo scotto maggiore ci sono quelli delle banche. Nella sola giornata del 4 marzo Unicredit ha perso in Borsa il 14%. Intesa Sanpaolo, BPER Banca e Banco BPM hanno avuto perdite tra l’8% e il 10%. Queste 4 banche sono gli istituti di credito più grandi in Italia.
Le ragioni del crollo stanno nel coinvolgimento delle attività creditizie dei nostri istituti di credito verso l’economia russa. Il nostro sistema bancario ha un’esposizione per oltre 25 miliardi di dollari e insieme alla Francia è quello che vanta i maggiori crediti.
Allarme banche in Borsa ma i nostri conti correnti bancari e i risparmi cosa stanno rischiando con la guerra?
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Unicredit è esposta verso la Russia per quasi la metà dei 25 miliardi, vantando crediti per oltre 13 miliardi. Questa cifra è pari al 3% dell’esposizione creditizia totale del gruppo. L’esposizione di Intesa Sanpaolo verso il sistema russo è pari all’1% del totale del gruppo. Questi crediti potrebbero diventare inesigibili e quindi andare a pesare sul prossimo bilancio. Ma questi numeri che impatto avranno sui clienti della banca, sui loro conti e i loro risparmi?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo distinguere tra azionisti, obbligazionisti e correntisti. Chi ha azioni bancarie in portafoglio al momento sta pagando un costo altissimo alla guerra. Per esempio il titolo Unicredit nell’ultimo mese ha perso il 40% del suo valore di Borsa. La discesa dei prezzi potrebbe non essere finita.
Occorre però sottolineare chiaramente che le perdite del titolo non incidono sulla solidità della banca e del nostro sistema bancario. Le sanzioni contro la Russia potrebbero colpire pesantemente i bilanci delle nostre banche, come quelli di altre aziende che esportano verso questo Paese.
Tuttavia chi ha un conto corrente non corre nessun pericolo. Il correntista può stare tranquillo grazie al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FIDT). Questo fondo garantisce i soldi depositati sui conti correnti bancari fino a 100.000 euro.
Cosa rischia chi ha delle obbligazioni bancarie?
Lo stesso discorso vale per chi ha delle obbligazioni bancarie. I possessori dei bond emessi dalle banche italiane, compresi quelli degli istituti più esposti verso la Russia, al momento non corrono nessun pericolo. Le obbligazioni emesse dai nostri istituti di credito, saranno rimborsate regolarmente alla scadenza. Tra l’altro, i prezzi di questi titoli non hanno subito grossi contraccolpi a differenza delle azioni. Per esempio i prezzi del bond di Unicredit con scadenza a gennaio del 2026 (Isin: XS2257999628) dallo scoppio della guerra hanno leggermente guadagnato.
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