Ogni angolo del nostro Paese ha una sua storia, una sua caratteristica, addirittura una sua lingua, se pensiamo ai tanti dialetti. Conoscerlo tutto è abbastanza complicato. Bisognerebbe vivere solo viaggiando e sappiamo quanto questo sia impossibile. Magari, vicino a noi, a pochi chilometri, esistono piccole realtà che neanche conosciamo. Oppure ne sappiamo l’esistenza, ma rimandiamo sempre la visita, perché le sentiamo a portata di mano e, così facendo, il tempo passa e i luoghi rimangono inesplorati.
Potrebbe essere il caso del borgo di cui parleremo oggi. Situato in Lombardia, vicino alle città più grandi, ovvero Milano, Brescia, Monza e Bergamo. Bisogna arrivare ai mille metri di altezza per trovarlo. Ha origine medioevale ed è stato per secoli il confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Si chiama Arnosto ed è davvero un piccolo gioiello da visitare. Interamente edificato in muratura, con caratteristici tetti in pietra. Costruiti con la losa, o pioda in dialetto locale, con le Alpi a fare da sfondo a questa piccola meraviglia.
Arnosto non fa neppure Comune, ma è una contrada del paese di Fuipiano Valle Omagna, di soli 204 abitanti. Questo per dire quanto sia davvero tutto raccolto. L’avamposto di confine che per secoli ha funto da dogana tra i due prestigiosi Ducati.
Alla scoperta di un meraviglioso borgo di montagna da visitare in poche ore che lascerà davvero a bocca aperta
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Qui davvero, e non è retorica, il tempo sembra essersi fermato. Lungo le stradine che attraversano questo borgo, si respira realmente un’aria diversa. Oltre a essere pura, si percepisce proprio un’atmosfera antica, anche solo ammirando le grandi porte in legno massiccio con catenacci e batacchi ancora originali.
Molto caratteristica anche la minuscola cappella dedicata a San Filippo Neri, dove possono accomodarsi al massimo venti persone. Qui si possono osservare alcuni dipinti di alto valore artistico. Dopodiché si può ammirare la fontana, dove un tempo le donne andavano a fare il bucato. Fatta interamente di pietra, è uno dei simboli della contrada. Un piccolo luogo di incontro e di fatica, attorno al quale si sviluppava la vita del paesino. Prima di concludere la visita è obbligatorio fermarsi al piccolo museo etnografico, dove sono raccolte le testimonianze di come si è vissuto nel corso degli anni ad Arnosto.
Alla scoperta di un meraviglioso borgo di montagna, che gli abitanti del posto, però, chiamano contrada. Ci tengono molto a questa distinzione apparentemente pleonastica. E invece no, per loro Arnosto è una contrada, da ricondurre al termine originario veneziano contrà, che descriveva un gruppo di case, solitamente di origine rurale. Forse un vezzo, ma ciò che importa davvero è che si passi qui almeno qualche ora, perché ne vale davvero la pena.