Bisogna prestare attenzione, quando si parla di cure naturali. L’aggettivo “naturale”, infatti, non è certo sinonimo di “innocuo”. Non si deve pertanto credere che anche le sostanze di uso più comune, anche quelle che si assumono per via alimentare, non possano avere delle controindicazioni, specie in presenza di patologie. In particolare, il nostro sistema endocrino può essere molto sensibile. Gli alimenti che farebbero male alla tiroide, ad esempio, sono dei più disparati. Questo perché andrebbero a interferire con il suo corretto funzionamento. La tiroide è un organo deputato, tra le altre cose, alla produzione di un ormone detto “tiroideo”, processo regolato da un comparto del sistema nervoso centrale, ovvero l’ipotalamo. Quest’ultimo stimola l’ipofisi, ghiandola situata alla base del cervello, la quale a sua volta produce l’ormone tireostimolante, necessario a liberare l’azione dell’ormone tiroideo.
Ecco una breve infarinatura, per capire come i meccanismi legati alla tiroide siano collegati e interconnessi. È importante far si che questo meccanismo sia sempre regolare e performante. Infatti, la tiroide è l’organo che regola i processi metabolici ed il consumo di energia di tutto l’organismo. Curiosamente, invece, potrebbe utile alla tiroide questo rimedio purificante per il fegato. Normalmente usato per lenire i sintomi di una sbronza, si prepara con soli 3 ingredienti presenti in tutte le case, di cui uno è il limone.
Alimenti che farebbero male alla tiroide oltre a caffè e tarassaco
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Le piante che interferiscono direttamente con il funzionamento della tiroide, sono le più disparate. Il caffè, ad esempio, pregiudica l’assorbimento della levotiroxina. Non a caso, durante la cura ormonale, l’endocrinologo potrebbe consigliare di assumere i farmaci almeno un’ora prima della colazione. In questo contesto, invece, il tarassaco è vittima di un pregiudizio che sembrerebbe immotivato. Di fatto, benché la sua controindicazione sia passata per un certo periodo come assodata, nel caso di problemi alla tiroide, esso non dovrebbe essere evitato. Anzi, un decotto di tarassaco potrebbe stimolare i processi intestinali, alleviando così la stitichezza, che è uno dei disturbi tipici correlati all’ipotiroidismo.
Il fucus e le alghe marine sarebbero da evitare in caso di ipertiroidismo
Il fucus, o alga Kelp, è famoso anche a livello commerciale. Si tratta infatti di un ingrediente incluso in molte formulazioni per integratori dimagranti, sia in bustine che in compresse. A fronte di un apprezzabile contenuto di vitamine, minerali e sostanze benefiche, quest’alga portentosa deve allo iodio il potere di accelerare il metabolismo. Ed è in particolare lo iodio contenuto nel fucus a depositarsi nella tiroide, dove viene incorporato dagli ormoni tiroidei, nello specifico tiroxina e triiodotironina. L’azione stimolante dello iodio potrebbe essere indicata nel caso di ipertiroidismo, ma mai il contrario.
In definitiva, trattandosi di un alimento ricco di sostanze che incidono direttamente sui processi metabolici, è meglio non assumerlo per non peggiorare disequilibri già esistenti. In ogni caso, è imperativo consultare l’endocrinologo.
La soia è controindicata in caso di squilibri alla tiroidei
Secondo diversi studi, gli isoflavoni contenuti nella soia, potrebbero incidere sui meccanismi metabolici e ormonali relativi al funzionamento della tiroide. Questo, in presenza di squilibri pregressi. Gli isoflavoni come genisteina e daidzeina infatti, potrebbero causare un rallentamento della produzione degli ormoni tiroidei impiegati nei processi metabolici, che sono tiroxina e triiodotironina. Se questa carenza dovesse essere affiancata contestualmente a una mancanza di iodio, potrebbe aprirsi uno scenario di ipotiroidismo. Meglio consultare il medico.
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