Gli ammortizzatori sociali permettono di richiedere la disoccupazione qualora si perda involontariamente il lavoro. E proprio dai primi di gennaio e fino al 31 marzo, è possibile presentare la domanda per i lavoratori agricoli che hanno perduto il lavoro. Vediamo nei prossimi paragrafi come funziona questa indennità e chi può richiederla. Ma soprattutto per che periodo spetta.
Non tutte le indennità di disoccupazione sono uguali. E per ogni tipologia di lavoro esiste il proprio ammortizzatore sociale. Il lavoratore dipendente, sia del settore privato che del pubblico (ma solo se con contratto a termine) può richiedere la NASPI. Per i collaboratori l’indennità di disoccupazione da chiedere è la DIS COLL. Poi esiste un ammortizzatore apposito per gli operai del settore agricolo. Che ha modalità di richiesta e di fruizione differenti rispetto alle prime due. Al via le domande di disoccupazione per gli agricoli. Vediamo tutti i dettagli.
Chi può richiedere questo ammortizzatore sociale?
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Si tratta di una prestazione economica che è riconosciuta agli operai agricoli dipendenti. Ma possono richiedere l’indennità anche le figure ad essi equiparate. Di fatto la disoccupazione agricola, quindi, può essere richiesta da:
- operai agricoli dipendenti assunti a tempo indeterminato licenziati nel corso dell’anno ed hanno, quindi, periodi senza occupazione. E senza contratto di lavoro;
- operai agricoli dipendenti con contratto a tempo determinato che siano iscritti negli elenchi dei lavoratori agricoli e che hanno periodi senza occupazione nel corso dell’anno;
- piccoli coloni;
- piccoli coltivatori diretti che con i versamenti volontari giungano ad avere almeno 51 giornate di versamenti negli elenchi nominativi;
- coadiuvanti familiari.
Quanto dura l’indennità di disoccupazione?
La disoccupazione agricola spetta per un numero di giornate pari a quelle lavorate nell’anno precedente. A differenza delle altre indennità, quindi, questa tipologia di disoccupazione non copre le giornate non lavorate. Ma restituisce un’indennità sulle giornate lavorate nel corso dell’anno precedente.
Ovviamente il limite massimo è di 365 giorni dai quali bisogna sottrarre tutto il lavoro dipendenti agricolo e non agricolo. Ma anche le giornate in proprio sia nel settore agricolo che non agricolo. Vanno sottratte, poi, le giornate indennizzate per infortunio, malattia e maternità.
Le giornate restanti vengono retribuite al 40% dello stipendio di riferimento. Da cui è sottratto il 9% a titolo di contributo di solidarietà, ma solo fino ad un massimo di 150 giornate.
Al via le domande di disoccupazione per gli agricoli
Ma quanto va presentata domanda? Non quando si verifica l’evento di disoccupazione, ma solo l’anno successivo. E per la precisione dal 1 gennaio al 31 marzo. Per quest’anno, quindi, si potrà presentare fino al 31 marzo 2023. Se non si presenta entro questa scadenza perentoria si decade dal diritto di poter avere la prestazione.
Si ricorda che l’INPS eroga il pagamento in un’unica soluzione e spetta contribuzione figurativa.