Il reddito di cittadinanza e il lavoro stagionale sono entrati in contrasto ormai da tempo. Sono entrati in un curioso conflitto dovuto a innumerevoli polemiche tra datori di lavoro e lavoratori. I primi sostengono che il fatto che non riescano a trovare manodopera, dipenda proprio dal reddito di cittadinanza. Per i lavoratori invece sono gli stipendi non commisurati all’impegno, il fattore discriminante. Molti sostengono che il lavoro stagionale sia tra i più sottopagati in Italia. Molte ore di lavoro a fronte di stipendi irrisori con diritti spesso violati come i riposi settimanali e i permessi.
Ai lavoratori 500 euro in più di sussidio per tutta la durata del lavoro con un Bonus stagionale e la soluzione De Luca
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Stando a ciò che sostengono i lavoratori stagionali l’estate e la stagione turistica portano ad un incremento delle occasioni lavorative, ma tutte sottopagate. Per i datori di lavoro invece, mai come adesso non si riesce a trovare addetti. Mancano i camerieri, le addette alle camere, i bagnini, i cuochi e così via. Tutta colpa del reddito di cittadinanza, almeno secondo le associazioni dei datori di lavoro. I ragazzi preferiscono il sussidio con annesso non lavoro, all’attività lavorativa presso strutture ricettive come gli hotel, i villaggi e così via. In genere la verità sta nel mezzo.
È vero infatti che il lavoro in queste strutture è tra i più pesanti, soprattutto come orario. E sono lavori spesso non pagati in maniera equa rispetto alla fatica effettuata. E poi, anche la salvaguardia della NASPI è diventata povera. Dopo il Jobs Act di Matteo Renzi che introdusse questo sussidio, le settimane di disoccupazione sono diminuite. I disoccupati prendono la metà delle settimane lavorate nella stagione lavorativa come indennità di disoccupazione. Due mesi di lavoro, un mese di disoccupazione, questo il meccanismo. Inevitabile trovare sconveniente questa attività, soprattutto se l’alternativa è il reddito di cittadinanza per 18 mesi rinnovabili.
Un incentivo da parte del governatore De Luca
Il problema va preso anche da un’altra angolazione. Infatti ci sarebbe anche l’impatto del reddito da lavoro sul sussidio, tanto nel presente che nel futuro. Ogni 100 euro di reddito di lavoro percepito taglia di 80 euro il reddito di cittadinanza. Questo significa che sul sussidio ciò che si guadagna impatta per l’80%. Senza considerare che poi questo reddito finisce nell’ISEE, facendolo salire e minando le condizioni utili al reddito di cittadinanza degli anni successivi.
Inevitabile che il soggetto interessato a tutti e due gli argomenti, possa fare dei calcoli sulla convenienza reciproca dei due, propendendo per il sussidio. Ma dal Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca arriva una soluzione. Non sospendere il reddito di cittadinanza a chi accetta un lavoro stagionale. Anzi, lasciarlo a 500 euro anche durante i mesi di lavoro. Ai lavoratori 500 euro in più di sussidio quindi. Una sorta di Bonus, che consentirebbe a questi soggetti di recuperare quanto lamentano, cioè la pochezza dello stipendio percepito rispetto alla mole di lavoro effettuata. E si arriverebbe a risolvere anche il problema della mancanza di manodopera, con i giovani che vedrebbero nel Bonus una concreta fonte di utile.
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