Ci sono rischi di pignoramento del conto corrente ad avere debiti di varia natura con il Fisco italiano. L’Agenzia delle Entrate può a tutti gli effetti mettere mani al conto corrente dei contribuenti che hanno questo genere di problematiche. In termini pratici, nessun conto corrente è immune dal rischio di essere pignorato da parte del nostro Fisco.
La novità è che un pignoramento del conto corrente può essere subito anche dal contribuente che semplicemente omette di dare seguito al pagamento delle rate prima chieste e poi ottenute dai contribuenti, anche le rate dei provvedimenti di sanatoria, siano esse quelle del saldo e stralcio piuttosto che della rottamazione delle cartelle.
Il concessionario alla riscossione si chiama Agenzia delle Entrate Riscossione
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Se già era facile subire il pignoramento del conto corrente con Agenzia delle Entrate che demandava le opere di riscossione a una società distinta come era Equitalia, adesso tutto è più facile. Adesso l’Ente preposto alle operazioni di riscossione è interno al nostro Fisco. Si chiama Agenzia delle Entrate Riscossione il concessionario che oggi minaccia i conti correnti di pensionati, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi.
E minaccia non è una esagerazione dal momento che sono molti i contribuenti italiani a rischio. Parlare di Agenzia delle Entrate e pignoramento di stipendio, pensioni o conti correnti è una costante per diversi contribuenti.
Conto corrente pignorato da Agenzia delle Entrate e regole precise da seguire
Naturalmente, non basta evadere una tassa o un tributo e non basta non pagare le rate dei precedenti provvedimenti di sanatoria per poter incorrere in problemi sui conti correnti. Agenzia delle Entrate Riscossione, alla stregua di ciò che faceva una volta Equitalia, parte con le notifiche delle cartelle, ovvero con le iscrizioni a ruolo dei debiti verso vari Enti Pubblici.
Con la cartella c’è la diffida ad adempiere, cioè a pagare. Di norma entro 60 giorni. Decorso tale termine, nella notifica di Agenzia delle Entrate Riscossione c’è la minaccia di passare alle procedure esecutive.
Agenzia delle Entrate e pignoramento del conto corrente rapido e veloce
Il pignoramento del conto corrente ricade nel contenitore generale che è il pignoramento presso terzi, come previsto dal Codice di Procedura Civile all’articolo n° 543.
Ciò che deve allarmare è che ciò che prevede la normativa, ovvero l’automazione della procedura. Non è necessario, cioè, passare da una sentenza di un Tribunale. La cartella in quanto atto esecutivo, dà diritto al concessionario alla riscossione di arrivare subito alle procedure esecutive.
Limiti al pignoramento e differenze tra pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi
Naturalmente, non tutto il conto corrente può essere congelato e pignorato dal concessionario alla riscossione. Sono le regole del conto corrente pignorato da Agenzia delle Entrate a determinare alcuni limiti.
Per i pensionati e i lavoratori dipendenti c’è da fare i conti con il limite delle tre volte l’assegno sociale. In pratica, si può pignorare solo la parte che eccede 1.404,84 euro, cioè tre volte 468,28 euro, ossia l’attuale importo dell’assegno sociale erogato dall’INPS.
Ma questo limite vale solo per i soldi già presenti sul conto corrente all’atto dell’avvenuto completamento dell’operazione di pignoramento. Se il giorno della notifica del pignoramento la liquidità sul conto corrente è pari a 2.000 euro, il concessionario potrà mettere mano solo su 595,16 euro.
Per le somme che finiranno sul conto corrente dopo la data di notifica del pignoramento, invece, la parte pignorabile è sempre 1/5.
Per i lavoratori autonomi, invece, questi limiti non si applicano. In pratica, un lavoratore autonomo può vedersi pignorare tutta la disponibilità presente sul conto corrente o accreditata dopo la data di notifica del provvedimento di pignoramento.
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