Immaginiamo di avere 100.000 euro da investire per ottenere il massimo rendimento nel lungo termine. Una delle opzioni potrebbe essere l’investimento in un immobile da affittare, ma anche i titoli di Stato, in particolare i BTP, rappresentano un’opzione interessante e sicura.
Alla luce della situazione economica attuale e delle possibili evoluzioni a 10 anni, su quale delle due opzioni conviene puntare? Analizziamo i vantaggi e gli svantaggi di investire 100.000 euro in un BTP oppure in un immobile ad uso residenziale.
Investimenti immobiliari: i pro e i contro del mattone
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Immaginiamo di investire in un immobile. Con 100.000 euro si può acquistare un monolocale o un bilocale in una via semi-centrale di una media o grande città, da dare poi in locazione. I guadagni da questa operazione sono due.
Un’entrata mensile stabile, derivante dal contratto di affitto a canone concordato. La possibile rivalutazione dell’immobile nel tempo. In caso di vendita tra 15-20 anni, oltre ad aver fruito di una rendita passiva, si potrebbe ottenere anche un guadagno in conto capitale.
Investire in un immobile, pur con possibili plusvalenze, comporta guadagni incerti e costi certi. Non vi è infatti garanzia di locare l’immobile per l’intera durata della proprietà. Al momento dell’acquisto inoltre non si conoscono con esattezza il canone di locazione né il potenziale apprezzamento di valore.
I costi invece sono ben noti, dalle spese di acquisto dell’immobile, a quelle di ristrutturazione e manutenzione, fino alle imposte gravanti sul bene.
Investire in BTP: rendimenti certi e rivalutazione garantita
Chi investe oggi in Buoni del Tesoro poliennali (BTP) e li detiene fino alla scadenza sa esattamente quanto guadagnerà al momento del rimborso. Infatti, tutti i BTP al termine vengono rimborsati al 100% del valore nominale. Quindi conoscendo il prezzo di acquisto si può calcolare l’eventuale guadagno in conto capitale.
A questo guadagno va aggiunto il flusso cedolare annuale, diviso in due rate semestrali. Anche questo flusso può essere stimato a priori perché la cedola del BTP è fissa per l’intera durata del titolo.
Volendo paragonare l’investimento in BTP all’investimento immobiliare, possiamo confrontare la variazione di valore del capitale del BTP con l’apprezzamento del valore di mercato dell’immobile. Mentre il flusso cedolare del titolo di Stato può essere paragonato al canone di locazione mensile generato dall’attività di affitto dell’immobile. Basandoci su questi fattori è possibile effettuare un’analisi comparativa tra le due opportunità d’investimento.
Adesso per investire 100.000 euro a 15 anni meglio una casa o il BTP?
Supponiamo di voler investire 100.000 euro per 15 anni. Un’opzione potrebbe essere un BTP con scadenza a marzo 2038 (ISIN: IT0005496770) e cedola annuale del 3,25% lordo. Attualmente, il prezzo del BTP è di 88,9 centesimi, il che permetterebbe di acquistare circa 111.000 euro nominali del titolo. Grazie alla cedola, si riceverebbero circa 3.600 euro lordi all’anno (da tassare al 12,5%). Alla scadenza, si riceverebbe il valore nominale dei titoli, ovvero 111.000 euro. Va tenuto conto, nei calcoli del rendimento, anche la spesa in commissioni bancarie di acquisto e gestione, che si aggira tra 2.000 e 3.000 euro.
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