In un primo momento il Governo aveva riconosciuto questo aiuto solo ai genitori dipendenti o disoccupati. Invece adesso è sicuro che anche i liberi professionisti hanno diritto all’assegno unico per i figli.
Infatti all’inizio la normativa stabiliva che l’assegno unico per i figli spettasse a coloro che non avevano i requisiti per l’assegno familiare. L’assegno familiare però era destinato a lavoratori dipendenti e pensionati, quindi sembrava che anche l’assegno unico per i figli fosse destinato soltanto a queste categorie.
L’assegno unico esteso anche ai liberi professionisti
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C’è voluto un decreto apposito per stabilire che il Governo non faceva distinzioni in base alla situazione lavorativa dei genitori. Adesso è sicuro che anche i liberi professionisti hanno diritto all’assegno unico per i figli. Occorre però verificare se concretamente abbiano i requisiti economici.
Qualcuno pensa che saranno pochi i liberi professionisti che potranno accedere a questo beneficio per i limiti di reddito. L’importo mensile dell’assegno scende più è alto l’indicatore ISEE di chi lo chiede.
I limiti di reddito
Per esempio con un ISEE di 40.000,00 euro l’assegno mensile è di soli 30 euro per figlio se i figli sono 2. Se invece i figli sono 3 l’assegno arriva ad euro 40 per ogni figlio.
Probabilmente un certo numero di professionisti ha un ISEE superiore a quella somma e quindi non potranno nemmeno chiedere l’assegno.
Non è necessario correre per fare domanda
Il Governo eroga l’assegno a partire dal 1° luglio 2021 e si può fare domanda fino al 30 settembre 2021. Non è necessario presentare domanda immediatamente per paura di perdere qualche mensilità. Infatti lo Stato pagherà anche gli arretrati dal 1 di luglio a tutti coloro che presenteranno domanda entro la fine di settembre.
La somma con altri bonus
L’assegno unico per i figli può sommarsi al reddito di cittadinanza. Quindi uno non esclude l’altro. Inoltre l’importo dell’assegno non è tassato perché non contribuisce a formare reddito valido a fini Irpef. Alte o basse sono quindi cifre nette quelle che le famiglie percepiranno per i figli.