Pignoramenti e case all’asta potranno essere sospesi grazie ai nuovi principi stabiliti dalla Cassazione. Ecco cosa si dovrà osservare.
La crisi economica degli ultimi tempi ha messo a dura prova tantissime famiglie che con difficoltà arrivano alla fine del mese. Molti si sono ritrovati senza lavoro e nonostante gli aiuti economici portare avanti la famiglia con figli minori o comunque a carico è davvero difficile. Inoltre l’aumento dei prezzi ha peggiorato la situazione anche di chi comunque è sempre riuscito a tirare avanti anche se con sacrificio.
In una situazione come questa purtroppo, tanti non riescono ad adempiere agli impegni precedentemente assunti con banche, finanziarie e altri istituti di credito. Per questo in determinati casi il nostro legislatore prevede una tutela maggiore nei confronti di alcune categorie. In particolare per i pensionati è stato innalzato il limite di impignorabilità a ben 1.000 euro. Mentre altre volte le conseguenze spesso essere davvero spiacevoli, come l’avvio di procedure esecutive immobiliari e la conseguente vendita all’asta della propria casa. Se per chi acquista all’asta può essere un vero affare, per chi ne perde la titolarità e il possesso è davvero doloroso.
Con la sentenza della Cassazione adesso cambia tutto per chi ha problemi di mutuo e rate non pagate
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Tuttavia per una gran parte di debitori-consumatori arriva una grande novità grazie alla recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 9479/2023. In particolare la sentenza ha previsto d’ora in poi maggiori tutele per i consumatori, ampliando i poteri del giudice in presenza di clausole vessatorie. Il debitore consumatore potrà opporsi al pignoramento anche se non ha proposto opposizione al decreto ingiuntivo ogniqualvolta nel contratto stipulato vi siano clausole abusive.
La posizione del consumatore
Spesso infatti il consumatore che si trova in una posizione più debole rispetto al professionista, può facilmente convincersi a stipulare un contratto contenente clausole vessatorie. Anzi, molte volte ignora addirittura che quelle clausole siano abusive dei suoi diritti.
Da ciò la Corte afferma che il consumatore debba essere tutelato dal giudice già nella fase monitoria. In altre parole, il giudice dovrà controllare d’ufficio l’eventuale presenza di clausole vessatorie. Qualora l’accertamento si presenti complesso potrà rigettare il decreto ingiuntivo. Anche nel caso in cui si sia in una fase successiva il giudice dovrà effettuare un controllo sull’esistenza di eventuali clausole abusive. In particolare fino al momento della vendita o dell’assegnazione del bene.
Cosa succede se il giudice rileva la presenza di clausole vessatorie successivamente
Qualora dal controllo emerga l’esistenza delle suddette clausole il giudice dovrà avvisare il debitore che ha un termine di 40 giorni per proporre opposizione per l’accertamento della natura abusiva delle clausole. A questo punto il pignoramento e la vendita all’asta rimarranno sospesi finché non il giudice non si pronuncerà sulla validità o meno del contratto.
Pertanto, in presenza di un contratto con clausole vessatorie, coloro che attualmente hanno una casa andata all’asta, potranno proporre opposizione e sospendere così la procedura. Si ricorda infine che per clausole abusive s’intendono quelle condizioni che creano uno squilibrio importante tra diritti e obblighi delle parti ai danni del consumatore. Ad esempio modifiche del foro competente, interessi troppo elevati ecc. Occhio pertanto ai contratti stipulati perché adesso cambia tutto per chi ha problemi di mutuo e rate non pagate che si vedrà molto più tutelato.