Addomesticare un gatto randagio è possibile, ecco come fare

gatto

Purtroppo, le nostre strade sono spesso brulicanti di gatti randagi. A fronte di molte colonie feline censite, infatti, non è raro trovare una creatura abbandonata sul ciglio della strada, magari in palese difficoltà. Anche il fenomeno di un abbandono criminale, soprattutto in estate, va a infoltire le schiere di gatti che mano a mano si abituano al randagismo.

Le cucciolate in seno ai monumenti nelle grandi città e nelle campagne, non si contano. Addomesticare un gatto randagio è possibile, soprattutto se ha già la tendenza ad accettare il cibo che viene lasciato fuori casa. Come succede anche con i cani, i bocconcini sono un ottimo incoraggiamento all’obbedienza e al contatto. Bisogna tenere conto che questi gattini selvatici, nati in natura, hanno avuto pochissimi contatti con le persone.

Per le norme che dovrebbero regolare una convivenza pacifica e piacevole, la bestiola andrebbe gradualmente abituata sia alla presenza umana, che alla nuova casa.

Addomesticare un gatto randagio è possibile, ecco come fare

Anzitutto, un gatto selvatico richiede una pazienza enorme e renderlo idoneo a una famiglia di persone non è certo un’impresa adatta a chiunque. La faccenda si complica qualora il micio fosse già adulto, anche se i procedimenti sono simili. Saranno necessari alcune settimane o qualche mese, a seconda dell’età e del carattere della bestiola.

Prima di portare a casa un gattino selvatico ed esporre altri animali alla sua presenza, sarà necessaria una visita veterinaria, per escludere malattie trasmissibili.

Addomesticare un gatto selvatico, la cuccia

Un primo consiglio sarebbe quello di alloggiare il gattino in un posto piccolo e delimitato da confini. Infatti, c’è la possibilità che cerchi di fuggire per timore, con il rischio di perderlo o esporlo a dei pericoli. L’ideale, sarebbe un trasportino grande o una stanza ampia e chiusa. Lo spazio delimitato, per l’animale, è anche una forma di sicurezza in cui si sentirà protetto per i primi giorni, quando non sarà pronto a capire cosa gli stia accadendo.

Ovviamente, la sua cuccia dovrà essere fornita di acqua, cibo, lettiera. Quest’ultima, inizialmente, non verrà usata. È inutile sgridare il micio, ma è meglio disporre temporaneamente le sue feci all’interno della lettiera, in modo che, con il tempo, possa intuire la sua funzione.

Stabilire un contatto con un gatto randagio

Una volta sistemato in casa, è importante stabilire con il gattino un contatto vocale, parlandogli. Dovremo pronunciare le parole con voce calma, mentre il gatto è nel trasportino, senza guardarlo direttamente negli occhi. Meglio sussurrare lateralmente, onde evitare di farlo sentire minacciato.

Il gatto potrebbe soffiare, ringhiare e dare segni di aggressività. Ovviamente, lo fa perché è terrorizzato. Bisogna avere pazienza e insistere con quotidiana determinazione con questa tecnica. Con il passare dei giorni, il micio accetterà un contatto fisico.

Usare il cibo

Una cosa utile sarebbe abituare gradualmente il gatto a prendere il cibo dalle proprie mani. In tal senso, i bocconcini possono essere usati per trarne un vantaggio relazionale. Il micio, infatti, tenderà a formulare un’associazione positiva tra la presenza umana e la somministrazione di piccole prelibatezze. Questo paziente e costante tentativo di avvicinamento, con il giusto tempo, non potrà che produrre grandi risultati.

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