Una grossa parte degli atteggiamenti che assumiamo, nasconde significati criptici e difficili da spiegare. Assumiamo molti comportamenti per una sorta di intuito evolutivo che ci porta ad imitare gesti sociali diffusi. Oppure, alla base degli stessi troviamo lo sviluppo del nostro carattere e delle nostre inclinazioni. Spesso a dirigere molte scelte c’è il cervello, con tutto il carico di emozioni, di ricordi, e talvolta di difetti che si porta dietro. Spesso, poi, tendiamo a sottovalutare la ragione di molti atti quotidiani. Ed invece nascondono motivazioni molto profonde.
Sembra essere questo il caso di tutte quelle persone che tendono a vivere circondati da oggetti e ricordi in forma eccessiva. Farlo, potrebbe significare molte cose. Persino trattarsi di disposofobia, cioè, di quella particolare sindrome di natura ossessivo compulsiva che tocca molti pazienti e che indica la sindrome da accumulo. Dovremmo sapere che, accumulare oggetti in casa potrebbe essere un sintomo e chi nota questi segni forse dovrebbe approfondire il tema con uno specialista.
È importante riconoscere i campanelli d’allarme
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Capita a tutti di non volersi separare da alcuni oggetti. Magari c’è un legame forte, che si crea per il pensiero di non voler accettare l’abbandono e la perdita del ricordo rassicurante. Si tratta di oggetti talvolta cari. Ma questo comportamento può andare oltre, diventando una vera e propria patologia. Nei casi estremi, giunge ad impedire la libera circolazione del soggetto affetto per casa, vista la preponderanza degli oggetti conservati. Il vincolo si fortifica fino a quando il soggetto si rinchiude socialmente tra i ricordi. Secondo gli esperti alcuni comportamenti indicano che qualcosa non va.
Alcuni campanelli d’allarme sarebbero ambientali. Ad esempio, le discussioni domestiche su oggetti in eccesso in casa. Questo, indicherebbe come la percezione spaziale e razionale sia diversa da quella di altri componenti del nucleo familiare. Ma dovremmo fare attenzione anche alla tendenza a procrastinare le operazioni di pulizia, così come ad avere difficoltà nel gestire le risorse, anche economiche, di casa. Gli atteggiamenti potrebbero culminare, poi, in un progressivo abbandono delle relazioni sociali.
Accumulare oggetti in casa potrebbe essere un sintomo di questa malattia
In presenza di certi comportamenti, la soluzione non consiste nella drastica eliminazione di quegli oggetti. Questo potrebbe, al contrario, causare forti shock e un senso di insicurezza ulteriore per i soggetti affetti da forme di disposofobia. Il problema andrebbe risolto con un intervento di natura psico-educazionale.
Per gli esperti, sarebbe più utile impostare una terapia tramite un approccio diverso. Ad esempio con uno specialista che intervenga sulle disfunzioni comportamentali, lavorando sui disturbi cognitivi che ne sono alla base. La terapia avverrebbe tramite un percorso progressivo e partecipato.
Affidiamoci comunque al parere di uno specialista medico se notiamo la presenza di questi possibili disagi patologici.
Non dimentichiamo poi che, quando alcuni comportamenti sono ripetuti, potrebbero nascondere un significato più profondo. Ad esempio quando ci grattiamo molto frequentemente la testa o la pelle, potremmo avere un disturbo che colpisce prevalentemente le donne.
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