Si avvicina a grandi passi la scadenza di fine mese che prevede il versamento degli acconti di imposta per il 2022. Un appuntamento che riguarda non solo le persone fisiche con il secondo acconto IRPEF, ma anche le società con l’IRES e con l’IRAP. In particolare, per non incorrere poi nelle sanzioni amministrative, il termine ultimo per i versamenti sarà quello di mercoledì 30 novembre del 2022.
Pur tuttavia, volenti o nolenti, i contribuenti a corto di liquidità potrebbero saltare la scadenza del 30/11, per poi mettersi in regola versando le maggiorazioni. Precisamente, facendo leva sull’Istituto del ravvedimento operoso. Nel dettaglio, entro il 30/11 si dovrà versare o il secondo acconto, o la prima ed unica rata degli acconti sulle imposte che riguardano anche l’IRAP.
Acconti IRPEF e IRES di novembre scegliendo tra il metodo storico ed il calcolo previsionale
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Ed il tutto fermo restando che ai sensi di Legge, proprio con decorrenza dall’anno di imposta 2022, non è più dovuta l’IRAP da parte delle persone fisiche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa.
Per gli acconti IRPEF e IRES di novembre 2022, inoltre, il Fisco ammette due possibili metodologie di calcolo da scegliere in opzione. Ovverosia versare l’acconto sulle imposte con il cosiddetto metodo storico, oppure facendo leva sul metodo previsionale. Vediamo allora di cosa si tratta.
In particolare, con il metodo storico l’importo dell’acconto corrisponde al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno. Oppure, in genere perché è più conveniente, si applica il metodo previsionale. Con l’acconto di importo che è pari all’imposta che il contribuente prevede di dover andare a versare per l’anno successivo.
Quando quella di novembre è una rata unica per l’acconto sulle imposte
Quella del 30 novembre prossimo, invece, corrisponde alla scadenza della rata unica dell’acconto. Quando, nella fattispecie, questo è inferiore alla soglia dei 257,52 euro. Inoltre, molti contribuenti poi si mettono in regola con il ravvedimento operoso, dopo il 30 novembre, in quanto il secondo acconto sulle imposte presenta la caratteristica di non essere rateizzabile. E quindi il versamento, da parte del contribuente, dovrà essere sempre effettuato in un’unica soluzione.
In più, la scelta tra il metodo di calcolo storico, e quello previsionale, è un’opzione. Pure per i contribuenti che, dopo l’accesso al regime forfettario nel 2021, hanno mantenuto il regime della tassa piatta nel 2022. In tal caso l’acconto relativo all’imposta sostitutiva prevede l’applicazione di un’aliquota al 15%. Nonché solo al 5% quando il regime fiscale forfettario è quello agevolato che, ai sensi di Legge, è riconosciuto alle start-up.