Accise sui Carburanti, cosa sono e perché preoccupa il Decreto sul Diesel approdato in Parlamento

Accise sui Carburanti, cosa sono e perché preoccupa il Decreto sul Diesel approdato in Parlamento

Il Governo sta valutando di aumentare le accise sul Diesel per portarle al medesimo valore di quelle applicate alla Benzina. L’impegno è uno dei tanti che rientrano nel PNRR e nella Transizione Ecologica. Per i consumatori finali, significa però un ulteriore aumento per fare il pieno.

Non si mette bene per le tasche di automobilisti e autotrasportatori: dal 1° gennaio 2025 hanno già visto aumenti medi di 1,8% sui pedaggi autostradali, il prezzo della benzina è schizzato a oltre i 2,4 euro al litro e adesso arriva lo spettro dell’aumento delle accise sul Diesel.

Decreto Accise, cos’è e quali sono gli step previsti

Già nella Manovra di Bilancio il Governo aveva ipotizzato un allineamento delle Accise tra Benzina e Diesel, ma non era chiaro quando la proposta avrebbe iniziato l’iter. Se la misura verrà approvata, lo Stato potrebbe incassare circa 1-3 miliardi di euro in più. Cifra che, stando alle attuali ipotesi, verrebbe utilizzata in parte per finanziare il rinnovo del Contratto del Trasporto Pubblico, scaduto nel 2023. Tra le motivazioni spicca però anche l’indicazione dell’Europa, che da tempo chiede all’Italia lo svincolo della fiscalità sui carburanti.

Preoccupa, dunque, un intervento che potrebbe danneggiare ancora di più i consumatori finali, già vessati dall’aumento della pressione fiscale (+0,8% a fine dicembre 2024), dall’inflazione e dall’aumento del prezzo del Gas. Al momento, l’ipotesi più accreditata è che si andrà verso un aumento graduale delle Accise sul diesel, che cresceranno di 1 centesimo all’anno. Al 2030, la percentuale sarà allineata con quella della benzina. Oggi infatti, l’imposta grava per quest’ultima di 73 centesimi circa, contro i 62 circa del diesel.

Da sottolineare che, paradossalmente, in Italia il prezzo “vergine” del carburante è molto più basso rispetto alla media europea, ma con le Accise costa molto di più ai consumatori finali.

Cosa sono le Accise sui Carburanti

Le Accise sono imposte che gravano non solo sui carburanti: introdotte in Italia per la prima volta nel 1936, sono di fatto oneri a carico dei produttori e possono colpire anche altri beni.

Inizialmente le Accise avevano lo scopo di aiutare lo Stato a sopperire a spese emergenziali. Le percentuali vantavano come causale il finanziamento di ricostruzioni a seguito di guerre o di catastrofi naturali, ma anche spese inerenti la cultura o alcune missioni ONU e gestione degli immigrati. Dal 1936 al 2023 sono stati effettuati almeno 20 “ritocchi” verso l’alto alle accise, con un record di 5 aumenti solamente nel 2011. In seguito, le Accise sono state unificate in un’unica voce.

Non bisogna dimenticare, poi, che all’Accisa si somma anche l’Iva al 22%. Ciò decreta quello che è il prezzo finale che si paga al distributore. I produttori, infatti, chiamati a versare le imposte, applicano la cosiddetta “rivalsa” cosicché sono i consumatori finali che ne subiscono le conseguenze economiche.

Quanto incidono sul prezzo finale le Accise e quali sono le prospettive future

Oggi le Accise sulla benzina incidono sul prezzo alla pompa di circa il 59%, mentre siamo sul 52% per quanto riguarda il diesel. Se la manovra verrà approvata, per il consumatore finale che fa 2 pieni al mese ci sarà una maggiore spesa di circa 160 euro all’anno.

Nonostante ciò, l’ipotesi dell’aumento graduale delle Accise non desta preoccupazione da parte delle forze politiche, che rassicurano su un “effetto quasi impercettibile”. Tra l’altro, dovrebbero essere esclusi dalla manovra i veicoli appartenenti al trasporto pesante, che continuerebbero a beneficiare dei rimborsi. Corrono voci, contestualmente, di una riduzione delle Accise sulla benzina.

Di fatto, ad essere danneggiati sarebbero i cittadini che possiedono normali veicoli. Ma evidentemente si tratta di un effetto collaterale considerato “minore”: dobbiamo ricordare che l’aumento delle Accise rientra in un progetto più grande. Come chiesto dall’Europa, infatti, l’Italia deve portare avanti la lotta alle emissioni inquinanti e la Transizione Energetica.

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