Senza voler fare politica ma solo e per comprendere le ragioni dell’abolizione del ticket per le prestazioni sanitarie, riportiamo una espressione usata dal Ministro della Salute. La frase, pubblicata su Facebook, è stata la seguente: “Ogni volta che una persona non si cura per motivi economici, siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e ad una violazione della Costituzione”. Quindi, da questa ispirazione genuina è nata la norma che entra in vigore da oggi, 1 settembre. Con essa, è stato abolito il ticket per le prestazioni sanitarie.
Trattasi, cioè, delle somme che le Regioni facevano pagare ai soggetti non esenti, per le prestazioni specialistiche. Più specificamente, esso era una tassa che i contribuenti pagavano alla Regione nel momento in cui dovevano sottoporsi a visite specialistiche ed esami di laboratorio. In tal modo, si partecipava al costo delle prestazioni di assistenza specialistica. L’importo massimo previsto era di 10 euro, che si va ad aggiungere al costo da corrispondere per il ticket ordinario. Esso, tuttavia, non è stato applicato uniformemente in tutte le Regioni italiane. Alcune, infatti, hanno deciso di non applicarlo, altre invece di modularlo in base ai redditi dei cittadini o al tipo di prestazione erogata.
Chi non lo pagava
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Erano esonerati dal pagamento di detto ticket i soggetti affetti da determinate patologie, nonché coloro che avevano un’età inferiore ai 6 o superiore ai 65 anni. Lo erano, inoltre, i titolari di pensione sociale o minima, gli invalidi civili, o gli invalidi di guerra, per motivi lavoro o di servizio.
Cosa succede con l’abolizione del cd. superticket
Con la riforma in discorso, la quota di partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale per gli assistiti non esentati e’ abolita. Il tutto, come detto, a decorrere dal 1° settembre 2020. Le Regioni, invece, di contro, riceveranno dallo Stato i fondi necessari per sostenere i costi sanitari che prima venivano coperti dal superticket. Questa riforma mira a regolamentare la materia della ripartizione delle spese ospedaliere, in attesa di una revisione complessiva del sistema. Quest’ultima dovrà tener conto delle reali condizioni economiche dei cittadini e mirare a garantire una maggiore equità. Quindi, abolito il ticket per le prestazioni sanitarie ma in vista di una riforma più articolata del sistema sanitario, in generale.