Anche a causa della disoccupazione che è sempre più incidente, i giovani iniziano a lavorare molto tardi. Da questo consegue che rimangono a carico dei propri genitori per un lungo periodo anche dopo aver compiuto la maggiore età. E se il problema non si pone laddove i genitori sono sposati o conviventi, inizia ad essere un problema per i genitori separati e divorziati. Perchè quello non convivente sarà tenuto a dare l’assegno di mantenimento ai figli per tempi infiniti. Ma una recente ordinanza della Corte di Cassazione specifica che a questi figli non è più dovuto il mantenimento.
L’assegno di mantenimento ai figli deve avere un termine
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Molto spesso i figli approfittano dei genitori continuando a farsi mantenere fino a quando trovano il cosiddetto lavoro dei sogni. Che, magari, neanche cercano. Adagiandosi in una vita dignitosa sovvenzionata dai genitori che passano vitto, alloggio e qualche mancia per le spese extra.
Ma quando è chiamato al mantenimento di un figli vicino alla trentina un genitori ormai anziano, qualche domanda bisogna porsela. È pur vero che i genitori devono concorrere alla realizzazione professionale dei figli. Ma è anche vero che i figli stessi devono impegnarsi affinché la propria realizzazione professionale si attui attraverso, anche sacrifici.
Fino a quando l’assegno è dovuto
E allora ben venga mantenere un figlio che studia diligentemente per ottenere una Laurea o per portare a termine una specializzazione. Ben venga mantenere un figlio che fa tirocini professionalizzanti, che fa stage o che si ingegna a trovare lavoro. Ma quando il figlio “bivacca” nella casa familiare per continuare a ricevere il mantenimento dei genitori, la cosa non sembra più tanto giusta.
Con l’ordinanza 29264 del 7 ottobre 2022, la Corte di Cassazione pone un limite nel mantenimento. La Suprema Corte afferma che un figlio divenuto ormai uomo, o una figlia divenuta ormai donna, deve affrontare da solo il proprio mantenimento. Magari facendo affidamento sugli ausili messi a disposizione dallo Stato e che assicurano un sostegno al reddito.
A questi figli non è più dovuto il mantenimento ma devono cavarsela da soli
Senza dirlo esplicitamente, quindi, la Corte di Cassazione invita i giovani a chiedere il reddito di cittadinanza piuttosto che continuare a pesare sulle spalle dei genitori. Il genitore, infatti, arrivati i figli ad una determinata età, non devono essere più costretti a mantenerli. E in tal senso non conta neanche mettere in mezzo la disoccupazione o il lavoro che manca.
Secondo la Suprema Corte i figli con un poco di responsabilità farebbero ricorso al sostegno al reddito offerto dallo Stato piuttosto che continuare nel suo stato di inerzia. Il mantenimento da parte dei genitori, secondo i Giudici, non può essere a tempo indeterminato. I Supremi Giudici concludono affermando che un giovane adulto non solo deve aspirare ad una vita dignitosa. Ma deve farlo realizzandosi anche lavorativamente.
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