La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico che l’INPS riconosce ai familiari superstiti di un pensionato deceduto.
Spesso si confonde questo tipo di sostegno con la pensione indiretta, sebbene le condizioni per il loro riconoscimento siano differenti.
L’INPS, infatti, eroga la pensione indiretta quando il soggetto deceduto era ancora in età lavorativa.
E con almeno 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva.
Oppure con 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.
Mentre riconosce la pensione di reversibilità quando il soggetto deceduto era già titolare di pensione.
Al di là di queste condizioni, entrambi i trattamenti, sia la pensione di reversibilità che quella indiretta hanno le medesime caratteristiche.
Mentre risulta sempre poco chiara la questione della pensione di reversibilità al coniuge separato o divorziato.
Argomento sul quale spesso gli Esperti di Diritto di ProiezionidiBorsa tornano per cercare di semplificare alcuni passaggi che, a volte, non lo sono affatto.
Nel dettaglio si può affermare che spetta sia al coniuge separato che a quello divorziato.
In quest’ultimo caso, l’assegno di reversibilità è riconosciuto dall’INPS solo in presenza di queste 3 condizioni.
Il coniuge superstite deve essere titolare di assegno divorzile e non deve essere convolato a nuove nozze dopo il divorzio.
Inoltre, l’iscrizione all’INPS del defunto deve essere precedente alla data della sentenza di divorzio.
Ecco a quanto ammonta l’assegno di reversibilità che l’INPS riconosce alla vedova e ai figli con una pensione media lorda di 1.410 euro
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In base all’art. 13 RDL 636/39 hanno diritto alla pensione di reversibilità i familiari del defunto.
In particolare, il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli celibi e le sorelle nubili devono presentare all’INPS la domanda.
Quest’oggi cercheremo di capire a quanto ammonta l’assegno di reversibilità che l’INPS riconosce alla vedova e ai figli.
Le quote riconosciute variano a seconda del grado di parentela con il pensionato defunto.
Anche l’importo dell’assegno varia a seconda dell’importo della pensione. L’esempio che si propone, prende in considerazione l’importo medio lordo delle pensioni in Italia.
Il reddito pensionistico medio pro-capite ammonta a circa 18.329 euro lordi all’anno che considerando le 13 mensilità corrispondono a 1.410 euro lordi e a 1.162 netti.
Questi importi riguardano per lo più gli uomini in quanto per le donne l’importo medio annuo scende.
Senza considerare che circa il 40% dei pensionati riceve meno di mille euro al mese e che di questa percentuale molte persone percepiscono un assegno di poco più di 500 euro.
Senza calcolare l’eventuale riduzione prevista dalla legge per il cumulo con altri redditi del coniuge superstite che nel caso di specie è pari a zero, gli importi previsti sono i seguenti.
L’INPS riconosce alla vedova per l’anno 2022 il 60% della pensione pari a 846,00 euro al mese.
Al figlio in presenza dei requisiti di legge spetta, invece, il 20% della pensione pari a 282 euro al mese.