La vita è un attimo, così recita un antico detto. E questo è ciò che potrebbe essere perfettamente calzante per i lavoratori che sono nell’orbita della pensione. Molti di essi si trovano dinnanzi a un autentico bivio. Lasciare il lavoro subito, con le misure oggi in vigore e con le possibilità che la normativa vigente prevede, o aspettare tempi migliori e magari una riforma delle pensioni con misure più favorevoli?
Il dubbio resta, anche se, come vedremo, per come funziona il sistema previdenziale rimandare di qualche mese l’uscita dal mondo del lavoro potrebbe anche essere una soluzione vantaggiosa. Anche perché ciò che si lascia e si rimanda non viene perduto per sempre per via di quel meccanismo di cristallizzazione del diritto di cui da tempo si parla.
A molti lavoratori conviene aspettare la riforma delle pensioni ed evitare 103 e APE sociale
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Anche se molte misure pensionistiche vengono pubblicizzate come neutre da penalizzazioni, a guardarle in profondità tutto sembrano tranne che misure libere da tagli o vincoli. L’APE sociale, per esempio, è una misura che ha profondi limiti che riguardano per esempio il fatto che viene pagata su 12 mensilità e non su 13. Oppure ha dei limiti di importo perché non può superare i 1.500 euro al mese.
Anche la Quota 103 presenta delle problematiche di un certo rilievo. Chi esce dal lavoro con la Quota 103, per esempio, non potrà più lavorare perché c’è il divieto di cumulo dei redditi dal lavoro con quelli da pensione. Un vincolo che dura fino a 67 anni e che ha una unica eccezione nel lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui. E c’è un limite di importo pure per la Quota 103 che non può superare i 2.818,7 euro mensili lordi al mese.
La riforma delle pensioni nel 2024, perché aspettare potrebbe essere la scelta azzeccata?
Una riforma delle pensioni davvero profonde è quella che dovrebbe vedere i natali nel 2024 e su cui il governo sembra lavorare. E sono due le misure più importanti, entrambe avallate anche dalle richieste dei sindacati. La prima è la Quota 41 per tutti e la seconda è una pensione flessibile a 62 anni di età.
62 anni di età e 41 anni di contributi sono i due vincoli e limiti della Quota 103. Rimandare l’uscita al 2024, per chi avrebbe diritto già all’APE sociale o alla Quota 103 riduce i rischi di finire in penalizzazione. Infatti, chi esce con Quota 103 o con l’APE non può nel 2024 cambiare misura. I tagli subiti li porta dietro fino ai 67 anni.
Ma è anche vero che se un lavoratore ha maturato il diritto alla Quota 103 o all’APE sociale non perde il diritto anche se rimanda l’uscita. Nel 2024 nella peggiore delle ipotesi, se la riforma non verrà varata, si potrà sempre sfruttare una delle due misure precedentemente maturate. A molti lavoratori, dunque, conviene aspettare la riforma delle pensioni.