Cambi in arrivo per le pensioni degli italiani. Anche senza riforme e novità sostanziali che riguardano le misure pensionistiche di uscita dal lavoro, se si eccettua la nuova Quota 103, ai già pensionati le novità non mancheranno. E come vedremo non tutte le novità sono negative, anzi.
Il 2023 è alle porte e a gennaio tra perequazione, calendario dei pagamenti e coefficienti di trasformazione, il sistema previdenziale sarà molto diverso da oggi. Ma quali sono questi cambiamenti e su cosa avranno incidenza maggiore?
A gennaio si inizia con queste novità sulle pensioni, ma non sulle misure utili alle uscite
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Chi si aspettava la Quota 41 per tutti, o la flessibilità a 62 anni, o ancora una pensione minima a 1.000 euro rimarrà deluso. In pratica, nessuna riforma del sistema previdenziale è stata varata e per chi in pensione deve ancora andarci l’unica novità è la nuova Quota 103 con le sue uscite a partire dai 62 anni di età con non meno di 41 anni di contributi versati.
La proroga di un anno di opzione donna e dell’APE sociale non possono essere considerate vere novità, anche se la loro fine fissata al 31 dicembre 2022 adesso slitta al 31 dicembre 2023.
La promessa di portare le minime a 1.000 euro, vero cavallo di battaglia di Forza Italia nella campagna elettorale scorsa, non è andata in porto al momento, diventando, secondo rappresentanti del Governo, un obbiettivo nel lungo termine e di fine legislatura.
Cosa cambia
Ma questo non vuol dire che il 2023 non produrrà novità importanti per chi la pensione già la prende o per chi riuscirà a prenderla a partire proprio dal nuovo anno. A gennaio si inizia con queste novità sulle pensioni, che saranno tante. Infatti, è in arrivo anche la rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione che è stata molto alta. Significa aumenti cospicui. Senza considerare che anche senza la pensione minima a 1.000 euro, un aumento del trattamento mimino sarà importante comunque.
Come calendario, gennaio inizierà con una pensione accreditata il 3 per le banche dove si adotta l’accredito su conto corrente il secondo giorno bancabile. E dal momento che il primo è domenica, se ne riparlerà il 3 gennaio.
Gli incrementi per la perequazione, invece, saranno del tutto nuovi e basati su 6 differenti scaglioni. Per le pensioni fino a 2.100 euro lordi mensili (4 volte il minimo), aumento del 7,3%, cioè il 100% dello scatto relativo all’inflazione. Fino a 2.625 euro lordi al mese rivalutazione dell’85% di quel 7,3% prima citato, cioè poco più del 6,20.
Per la parte di pensione da 2.625 euro al mese e fino a 3.150 euro al mese, sempre lordi, 3,87% (il 53% di 7,3%), per quella fino a 4.200 euro lordi, aumento del 3,43%. Sarà del 2,70% e del 2,34% la rivalutazione per le parti di pensione fino a 5.250 euro al mese lordi e per quelle più alte. Le pensioni minime saliranno a 600 euro al mese per quanti hanno già compiuto i 75 anni di età.
E miglioreranno anche i coefficienti di trasformazione delle pensioni che arriveranno a migliorare la trasformazione del montante contributivo in pensione nel 2023, per chi andrà in pensione nei prossimi mesi.