A chi va la casa quando muore il familiare?
In caso di morte della persona cara, come si stabilisce l’assegnazione della casa agli eredi? Quale criterio si deve seguire in tali occasioni? Con l’aiuto dei Tecnici di ProiezionidiBorsa risponderemo a questo interrogativo passando in rassegna le differenti situazioni che si possono verificare.
Come si stabilisce la quota di eredità che spetta agli eredi
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A chi va la casa quando muore il familiare? Quando un caro parente viene meno, non è sempre facile capire come si distribuisca l’eredità. Uno dei primi elementi da considerare, ad esempio, è la presenza o meno di un testamento. Questo documento, che solitamente valida un notaio, è un atto ufficiale che stabilisce la distribuzione delle quote ai destinatari.
È importante ricordare che il testamento, sebbene rispetti le volontà del defunto, deve rispettare anche l’assegnazione di una quota ai legittimari, ossia ai parenti stretti che sono: il coniuge, se in vita, i figli o, in loro assenza, i genitori del defunto. Questo è quanto stabiliscono gli art. 457 e 594 del Codice civile.
Ipotizziamo che, ad esempio, il defunto abbia redatto un testamento nel quale intende lasciare tutta l’eredità ad un solo familiare. In tal caso, gli altri legittimari possono impugnare il testamento e far valere il proprio diritto sulla quota riservata. Se, invece, il testamento non è presente, allora si seguono le regole che stabiliscono l’assegnazione di una certa quota a ciascun erede legittimo. In questa sede vogliamo vedere, nello specifico, a chi va la casa quando muore il familiare. Procediamo dunque per gradi analizzando una situazione in particolare.
Come funziona la divisione della casa tra coniuge del defunto ed i figli
Prendiamo il caso in cui venga meno il genitore e non sia presente un testamento. A chi va la casa quando muore il familiare? Alla morte del genitore, è importante stabilire innanzitutto se il coniuge di questi sia ancora in vita. Se c’è un solo figlio nell’asse ereditario, allora il patrimonio si divide esattamente a metà.
Nel caso in cui ci sia più di un figlio, la divisione si esegue sempre in parti uguali. Per quanto riguarda la casa, il coniuge superstite ha diritto di abitazione nella stessa se risultava come residenza familiare. In tal caso, il coniuge continua a vivere nell’immobile, ma la proprietà si divide in questa maniera: 1/3 al coniuge, 1/6 ad un figlio ed 1/6 all’altro figlio ad esempio. I figli del defunto, però, conservano solo la nuda proprietà e sono tenuti a rispettare il diritto di abitazione del coniuge del defunto.
Per conoscere quali sono le 3 regole per ereditare la casa della persona defunta, si suggerisce la lettura dell’approfondimento qui.